L’opinione dell’ex allenatore Arrigo Sacchi sulla sfida di Supercoppa tra il Milan e l’Inter: chi ci arriva meglio?
Milan-Inter, finale di Supercoppa Italiana, si avvicina. Mercoledì 18 gennaio il derby meneghino decreterà quale delle due squadre potrà sollevare al cielo di Riyadh il trofeo.
Due compagini che non arrivano certamente all’appuntamento nel migliore della forma. L’Inter non sembra essere brillante, anche se comunque, a fatica, ha vinto le ultime due partite (con il Parma in Coppa Italia e con il Verona in campionato). Se però la forma dei nerazzurri non sembra essere eccelsa, in casa Milan la situazione è peggiore: il Diavolo nelle ultime tre sfide ha ottenuto due pareggi (contro Roma e Lecce) ed una sconfitta contro il Torino in Coppa Italia.
Arrigo Sacchi, storico ex allenatore rossonero, ha fatto una piccola analisi alla Gazzetta dello Sport sul momento delle due milanesi…
Milan pancia piena per Sacchi, ma Inter “senza trama”
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Ecco il pensiero di Arrigo Sacchi sul derby tra Milan ed Inter di Supercoppa:
«Per chi conta di più la Supercoppa? Per entrambe, ma non si vince certo mercoledì, solo nel giorno della partita. Si vince per il percorso fatto. E il percorso di entrambe quest’anno poteva essere migliore, dare più emozioni. L’Inter ha valori individuali superiori e forse per questo è favorita…ma non ha una trama, punta quasi tutto sul tatticismo. Sabato giocavano contro una squadra inferiore e, dopo una rete iniziale, hanno lasciato il comando al Verona: è umiliante per i giocatori e per i tifosi
Il Milan può farcela solo se ritrova umiltà ed equilibrio. Se ha la pancia piena? A volte sembra così, vedo eccesso di protagonismo. Non parlo solo di Leao, è una questione generalizzata. Fare le cose a metà non basta, questa squadra può vincere solo se è un collettivo e spesso non lo è stato: si allunga troppo, le punte faticano. Ma al Milan possiamo chiedere meno degli altri. Ha i conti in ordine, mentre giocare dopo aver fatto debiti enormi, come capita a molte altre, non solo all’Inter, significa barare. Il rosso nei conti nasce, però, sempre da un peccato originale: si punta sulla stella per risolvere. Quella costa, mentre il gioco no…»