È tornato Ibra e il Milan ha ripreso a macinare vittorie. Gli manca il campo, ma anche in allenamento e in panchina sa essere incisivo.
Non è ancora sceso in campo, neanche un solo minuto, nemmeno un piccolo assaggio di partita. Da Sassuolo-Milan, il match che lo scorso 22 maggio ha consegnato ai rossoneri il diciannovesimo tricolore sul petto, Zlatan Ibrahimovic ha solo guardato i compagni giocare. Ha sofferto per loro, ha sofferto CON loro, si è un po’ defilato durante la pausa del Mondiale ed è tornato a Milanello pronto a battere i pugni (estremizziamo il concetto).
Dopo che il Milan è sceso agl’inferi, soffocato dal 2-2 della Roma al fotofinish lo scorso 8 gennaio, eliminato in Coppa Italia dal Torino, schiaffeggiato e Lecce e annullato poi da Inter e Lazio, Ibra si è ripreso il trono e il suo indiscusso ruolo di leader. Con Zlatan di nuovo presente, il Diavolo ha vinto le fiamme un passo dopo l’altro ed è tornato a respirare. Sarà una coincidenza. Forse sì, probabilmente no.
Milan, la scossa di Ibra
Stefano Pioli avrebbe voluto regalargli qualche minuto ieri a Monza, ma per difendere il risultato e per come si era messa la battaglia nei minuti finali, con il Milan sulle gambe, al tecnico servivano energie e guerrieri in condizione. Meglio Olivier Giroud quindi, un po’ stanco per la Champions ma con ritmo e minuti nelle gambe, del campione svedese che non vede il campo invece da nove lunghi mesi. Arriverà anche il momento di Zlatan, magari domenica a San Siro nel secondo tempo contro l’Atalanta. Da quando però Ibra bazzica di nuovo in panchina e si allena in gruppo, il Milan – sarà una coincidenza (non crediamo) – ha ripreso a girare. Nella testa prima, nei muscoli di conseguenza.
Milan, sarà una coincidenza, ma da quando c’è Ibra…
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Ibrahimovic ha dato la scossa allo spogliatoio proprio come aveva fatto a inizio 2020, al suo secondo mandato a Milanello. Anche solo con le parole è un’arma in più, anche quando non allaccia gli scarpini e scende in campo sa essere importante ed incisivo, penetrante. I discorsi di Zlatan al gruppo non sono mai mancati, così come i consigli ai compagni maggiormente in difficoltà. Un conto però è urlare per sostenere la squadra dalla tribuna dei vip, un altro è farlo sui campi di Milanello e alle spalle di Pioli in panchina. È tornato Zlatan e il Milan è di nuovo imbattuto. Chissà che classifica leggeremmo oggi in campionato se Ibra Supremacy da quel 22 maggio fosse rimasto lì, dove ama stare. Dove lo vorremmo sempre.




