Cos’’è cambiato per i rossoneri dal ko del 5 ottobre di Londra al 4-0 di Zagabria e dove può arrivare questo Milan?
I due poker consecutivi tra campionato e Champions lasciano in eredità ai tifosi un Milan sicuramente diverso, e, sotto tanti aspetti, molto più evoluto in chiave europea, rispetto a quello che, meno di un mese fa, avevamo visto perdere con il Chelsea a Londra. Ma che cosa è cambiato ed in che cosa la squadra è realmente cresciuta? E soprattutto dove può arrivare da qui fino alle 5 partite che mancano alla pausa?
Le gare contro i “blues”, del resto, sebbene siano state molto diverse tra di loro per il modo in cui sono maturate le sconfitte (più netta la prima, con una squadra decimata e priva di tanti giocatori fondamentali e decisamente più sfortunata e rocambolesca la seconda, segnata da una svista arbitrale clamorosa), sembrano proprio un’eccezione rispetto al percorso che si è materializzato nelle ultime settimane.
Era proprio questa l’idea sostenuta da Stefano Pioli, dimostrare prima di tutti a sè stesso, con i fatti e, magari, con un “filotto” di risultati, che Londra era stato solo un brutto episodio.
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Sono cambiati sia l’assetto che gli interpreti, è un Milan più “europeo”
E se consideriamo i risultati ed il modo di stare in campo della squadra, ma anche il processo di crescita ed i cambiamenti voluti dal tecnico e favoriti dalla versatilità dei giocatori, elementi, questi, che stanno facendo la differenza, possiamo tranquillamente affermare che la strada intrapresa dopo il 3-0 del 5 ottobre abbia già portato il Milan verso la giusta direzione.
Poi, si sa, spesso nel calcio sono più i risultati che il gioco a conferire o togliere valore a qualsiasi ragionamento: ma, almeno per il momento e speriamo possa essere così a lungo, nel Milan sembrano esserci entrambi.
È innegabile la capacità di Pioli di modificare in corsa l’assetto della squadra e la posizione di tanti giocatori, su tutti Rebic ma anche Theo Hernandez e Tonali, che ultimamente abbiamo visto rispettivamente in vesti diverse. da mediano e da attaccante aggiunto, o di Messias, che col Monza è sembrato un vero e proprio terzino. Una difesa che in alcune fasi gioca a tre quasi a memoria e col portiere che, all’occorrenza, riesce ad impostare.
Tanti, certamente, sono anche gli elementi su cui bisogna continuare a lavorare, perché è anche vero che quando, come nel primo tempo di Zagabria, si gioca con un assetto così votato all’attacco , può capitare di trovarsi in inferiorità in mezzo al campo quando l’azione offensiva non ha sbocchi e si passa rapidamente alla fase difensiva. Si tratta, comunque, di situazioni che in una partita possono capitare a prescindere dall’accortezza degli interpreti e dai relativi moduli.
Milan, cos’è cambiato da Londra a Zagabria?
Vittoria “di squadra” con Leao trascinatore, in crescita anche Gabbia e Tatarusanu
Tornando agli aspetti da sottolineare relativamente a Zagabria, dov’è arrivata l’ennesima vittoria “di squadra” di questa fase della stagione, contro una formazione imbattuta in casa da ben nove mesi e capace di vincere con il Chelsea, proprio Rafa Leao era il primo a cui si chiedeva il salto di qualità dopo il susseguirsi di osservazioni, da parte di tanti affetti ai lavori, circa la presunta “lentezza del gioco in serie A e la mancanza di cattiveria in Europa del Milan”.
Ebbene oltre all’attaccante portoghese anche altri giocatori non considerati “titolari” hanno dimostrato di essere in crescita, da Gabbia (autore di un gran gol ma anche preciso e puntuale in difesa) a Tatarusanu (protagonista di un paio di interventi non facili).
De Ketelaere ancora alla ricerca della giusta posizione
Discorso a parte merita De Ketelaere, che ieri aveva iniziato bene, ma, dopo i primi 20’ di gioco, è sembrato non riuscire a trovare più la giusta collocazione e ad incidere come dovrebbe. Un percorso, anche il suo, da monitorare al fine di fargli ritrovare la fiducia che aveva nelle prime uscite e che può fargli fare il tanto atteso salto di qualità.
Milan, cos’è cambiato da Londra a Zagabria?
Ultimi 5 impegni da capitalizzare al massimo prima della pausa
Ci si attende, per le prossime cinque partite prima della pausa (dal Torino domenica sera passando per il Salisburgo in Coppa e poi con Spezia, Cremonese e Fiorentina in campionato), una squadra sempre più camaleontica e “sul pezzo”, che, sulla falsariga della ultime uscite, possa essere in grado di fare più punti possibili e chiudere al meglio un anno meraviglioso.