La tempesta di giugno ha strappato cavi, piegato alberi, spezzato rami. Un disastro, in apparenza, apocalittico. Quasi due mesi dopo però il cielo su Milanello è più azzurro che mai e i prati del centro sportivo verdi come nelle stagioni più calde e soleggiate. La Società ha lavorato molto in queste settimane di inizio stagione, consapevole dei rischi a cui andava incontro non si è arresa dinnanzi i primi tonanti mugugni. Anzi, li ha deviati e non ci ha fatto caso, forte di una consapevolezza, la propria brillante missione di costruire un buon Milan. Ne sono arrivati tanti di attacchi a destra e a sinistra, sopra e sotto, una bella secchiata di critiche nella settimana post Milan-Verona, quella degli addii di Maldini e Massara. Un altro diluvio poi con la cessione di Tonali al Newcastle: “Hanno smantellato tutto, il milanismo si è improvvisamente estinto” il comune pensiero di molti milanisti.
Non è così, per fortuna. Giorgio Furlani, il nuovo a.d. additato dai più polemici come impostore, l’uomo che sostengono “non ha a cuore il Milan quanto Maldini” ma che pensa solo al portafoglio della proprietà americana (ignorando però che il CEO di Casa Milan, laureato alla Bocconi e con un MBA ad Harvard, è da sempre un tifoso milanista e che nel 2007, ad esempio, fece di tutto per assistere in tv alla finale di Atene mentre si trovava del deserto di Atacama, in Cile) si è mosso fin da subito per consegnare tra le mani di Stefano Pioli una rosa più varia e competitiva.
Milan, da impostore a idolo: così Furlani si è ripreso i tifosi
Milan, incredibile come Giorgio Furlani ha convinto tutti
C’è riuscito, almeno sulla carta, assemblando con rapidità e massima efficienza un gruppo di volti nuovi, ma anche di talenti di caratura internazionale, giovani, di qualità e tecnica indiscutibile. La ciliegina sulla torta è Samuel Chukwueze, gioiellino della Liga atteso nelle prossime ore in Italia per visite mediche e firma sul contratto. Con Pulisic, Loftus-Cheek. Reijnders, Okafor…il nuovo Milan ha valide alternative per affrontare tre competizioni, campionato e Champions League soprattutto, senza andare in affanno.