Nel nostro campionato, più del 62% dei giocatori tesserati e straniero: di questi, sette sono nati in Belgio. Ecco chi sono, e come stanno andando.
Non è un segreto: sono passati i tempi del Piacenza tutto italiano di Luigi Cagni, simbolo di quegli anni ’90 pre sentenza Bosman e di un calcio, a detta di molti, più attento ai vivai e alla nazionale, rispetto a quello di adesso. Negli ultimi anni, i calciatori del Bel Paese tesserati in Serie A a malapena raggiungono un terzo del monte cartellini globale, e questa evidenza si rispecchia guardando, settimanalmente, le formazioni messe in campo dai mister delle squadre nostrane.
Andando ad osservare la provenienza geografica dei calciatori stranieri, la colonia più grande è quella francese, con 33 tesserati, seguita dalle sudamericane Brasile (23) ed Argentina (21 calciatori): ma noi vogliamo oggi concentrarci su una nazione particolare, ovvero il Belgio.
It’s a date, @AverageRob! 💕 pic.twitter.com/Rkpfcd6Myz
— Belgian Red Devils (@BelRedDevils) September 29, 2022
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Milan e Serie A: è in atto una crisi belga?
Il Regno del Belgio è stato sempre molto generoso con il nostro campionato, portandoci dei veri e propri campioni come l’ex Napoli Dries Mertens, l’ex Roma, Inter e Cagliari Radja Nainggolan, e tornando un pò indietro con gli anni, il funanmbolico Lulù Oliveira, giusto per citare tre nomi. Da qualche stagione, però, il numero di fiamminghi in serie A si è notevolmente assottigliato, riducendosi, per questa stagione, ad appena 7.
Di questi sette, ben quattro vestono la maglia del Milan: Alexis Saelemakers, Divock Origi, Charles De Ketelaere e Aster Vranckx; gli altri 3 sono l’attaccante dell’Inter Romelu Lukaku, il difensore dell’Empoli Koni De Winter e il terzino del Lecce Mats Lemmens.
Andando ad analizzare le prestazioni dei singoli diavoli rossi, ci rendiamo conto che, in fondo, c’è poco da analizzare: Lemmens non ha mai messo piede in campo, quindi possiamo facilmente chiudere il capitolo per lui con un “le faremo sapere”.
Il scuola Juventus De Winter, invece, vanta sinora sette gettoni in campionato, con delle prestazioni buone ma non esaltanti, ma tutto il tempo, e soprattutto un ambiente sano, per crescere e migliorarsi: dopotutto ha solamente vent’anni, e lo scorso anno giocava in Serie C con la Under 23 (ora Next Gen) bianconera.
Più preoccupanti sono, invece, le situazioni dei cinque giocatori della città di Milano: Lukaku, vera e propria punta di diamante dell’Inter, sinora tra campionato e coppa ha giocato pochissimo, a causa di infortuni alla coscia e risentimenti muscolari, ed è notizia di oggi di una nuova ricaduta. Una assenza pesante per i cugini nerazzurri, che stanno sopperendo alla sua assenza grazie all’ottimo momento di forma di Dzeko, Lautaro e Correa, e che molto probabilmente non lo vedranno tornare in campo prima del 2023.
Milan, la crisi belga colpisce soprattutto te!
Amarum in fundo, la situazione dei rossoneri nati in Belgio: si, è crisi belga.
Aster Vranckx – iniziamo con il capitano dell’Under 21 belga, solamente tre “gettoncini” per questo ragazzo che, nonostante l’impiego col contagocce, ha fatto vedere grinta e brillantezza. Chi lo conosce, e lo ha seguito sin dai tempi del Mechelen, assicura che è un colpo di mercato vero e proprio, ma che bisogna dargli assolutamente spazio: problemi fisici lui non ne ha… forse sarebbe bene ascoltare questi consigli, e dare maggior fiducia al classe 2002.
Alexis Saelemaekers – il 56 rossonero è una sfortunata vittima della sorte: proprio quando stava iniziando a fare la differenza, soprattutto in Champions League, con due gol in due partite, e sembrava aver ingranato, dopo un inizio di campionato non proprio eccellente, ecco la rottura parziale del legamento collaterale mediale del ginocchio, e l’arrivederci a Gennaio 2023.
Divock Origi – dal 15 dicembre 2021, ancora ai tempi del Liverpool, alla partita col in Monza, l’attaccante di origini kenyote è praticamente stato un tutt’uno con i problemi fisici, ed averlo preso “già rotto” non ha contribuito a far nascere l’amore con la tifoseria rossonera, che come sappiamo, è molto esigente con le punte, e mal sopporta chi ha come preferito in rubrica telefonica il numero del medico personale. Nel pre partita di Torino-Milan, anche l’ex centrocampista del Villareal Borja Valero ha speso parole al miele per lui, ammettendo che uno cosí, nel nostro campionato, è sicuramente da considerarsi un vero top player (anche se le statistiche degli scorsi anni ci insegnano che nei campionati nazionali non ha mai raggiunto le 10 segnature, ndr), ma le sue prestazioni non è che siano cosí convincenti: sprazzi di classe cristallina e di una velocità incredibile, e una caterva di momenti di buio in campo. Non sarà sicuramente al 100% della forma, ma ci auguriamo che vi entri presto, perché il Milan non può puntare solamente su Olivier Giroud.
Charles De Ketelaere – lo abbiamo lasciato per ultimo, quello che è stato l’acquisto di punta del mercato rossonero: fisicamente è a posto, a parte un piccolo stop di dieci giorni, ed è tra tutti i calciatori del Belgio citati, quello che ha giocato più partite: 15, tra campionato e coppa, mettendo a referto solamente un assist. Un pò poco, un pò troppo poco, non solo perché su di lui la dirigenza ha investito gran parte del budget, ma anche perché sembra prendersi, questo suo periodo di adattamento, un pò troppo con calma.
Pesano sicuramente i paragoni con Kaká e con altri grandi della storia del Milan, nonché l’enorme peso della responsabilità che i tifosi gli hanno affidato: ricordiamoci che ha 21 anni, come Vranckx.
E qui, soprattutto sui social come Twitter, sorgono molte domande; ve ne citiamo tre, su tutte: “perché a lui vengono date cosí tante seconde occasioni dal mister, mentre Vranckx non gioca?“, “Perché CDK gioca, e Adli no?“, “non è che abbiamo preso una bidonata?”
Milan, la parola d’ordine è sempre la stessa
Cari colleghi di tifo rossoneri, parafrasando il milanista Donato interpretato da Diego Abatantuono in Eccezzziunale Veramente, “la parola d’ordine è sempre la stessa”: calma.
Il mister è Stefano Pioli, ed è l’uomo che passa con i ragazzi la maggior parte del tempo, e meglio li conosce: è naturale non capire delle scelte, ed è corretto domandarsi perché qualcuno non giochi, anche perché ognuno di noi in fondo ha i suoi preferiti che vorrebbe sempre in campo.
Ma ricordiamoci che, con le sue scelte, ci ha riportato a vincere uno Scudetto.