La vittoria del Milan di Fonseca permette al tecnico portoghese di godersi un momento di serenità. Ma con Rafael Leao bisogna…
Adesso che ha messo in Gabbia l’Inter nel derby, il clima in Casa Milan torna a tendere al sereno. Il colpo di testa di Matteo che al 89esimo ha schiantato i nerazzurri nella stracittadina di domenica sera ha ridato il sorriso all’ambiente rossonero dopo giornate di musi lunghi.
In prims a mister Paulo Fonseca che, nonostante l’apparente imperturbabilità espressa alla viglia, si sentiva sul banco degli imputati e con una panchina che scottava sotto il sedere. Invece la sua scelta di andare all’attacco, in tutti i sensi, ha pagato e non solo nel risultato.
Per la prima volta in quest’inizio di stagione si è visto un Milan aggressivo, a tratti anche bello, con la voglia di non mollare su ogni pallone, compatto in ogni singolo giocatore, l’incitamento a bordo campo nei secondi conclusivi di Leao e Abraham, sfociato in entusiasmo al fischio finale di Mariani, è un’ immagine che parla da sé sulla voglia di rivalsa che animava la squadra.
Probabilmente neppure l’Inter, apparsa leggera e fin troppo supponente in taluni momenti, si aspettava una reazione cosi forte da parte dei rossoneri. A conferma che il derby è sempre una partita a sé, contro ogni pronostico e con un suo carico di motivazioni particolari.
Il goal del 24enne difensore di Busto Arsizio, preferito a sorpresa a Pavlovic, assume poi un significato in più in quanto era l’unico italiano in campo tra i rossoneri (Spalletti in tribuna potrebbe aver annotato il suo impeccabile e sontuoso gesto atletico sul taccuino personale).
Milan, Fonseca sì, Rafael Leao ancora nì…
Milan, Fonseca torna a sedersi comodamente e si gode lo spettacolo, Leao a parte…
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Certo una vittoria non fa primavera, però oltre ad essere un tonico, consente al Milan di interrompere la striscia negativa di 6 sconfitte consecutive contro i cugini e soprattutto di appaiarli in classifica a 8 punti a 3 dalla vetta.
La strada resta in salita, però la vittoria consente alla banda Fonseca di guardare avanti con maggiore fiducia, aiutata nel suo cammino da una dirigenza che, lasciate alle spalle alcune eclatanti e stonate dichiarazioni da boss del tipo, qui comando io e questa è casa mia, si comporti in maniera ragionevole, contribuendo a infondere serenità e stimolo allo stesso tempo, ma senza tracimare creando inutili tensioni.
I problemi da affrontare sono tanti ed evidenti, alcuni goal sbagliati gridano vendetta, vero Okafor?; la difesa ha ancora qualche pausa di troppo,vedi il goal del pareggio di Dimarco; Leao resta un incompiuto; giusto per citarne alcuni. Tuttavia aver rotto l’incantesimo derby permette di affrontarli con meno affanno e di fronteggiare gli esami rappresentati dalle prossime partite con uno stato d’animo meno agitato.
Piccola chiosa finale: Il calcio si dimostra per l’ennesima volta imprevedibile: quando sembra che sia ormai notte fonda arriva improvviso un raggio di luce a rischiararla e a mutare la situazione. Della serie: dell’imponderabilità del pallone bisogna spesso essere consapevoli.