Milan, gli arabi tornano a bussare? L’interesse confermato prima dell’arrivo di RedBird e l’ultima “voce”, priva di fondamento, che sta circolando da giorni sui social.
Novembre 2021: un vento proveniente dall’Arabia soffia lentamente sul Milan. Le trattative durano mesi, il fondo Elliott è pronto a cedere le redini del Club e alla fine a spuntarla è Gerry Cardinale, americano, 53 anni di Philadelphia, fondatore e CEO della RedBird Capital Partners.
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Investcorp rimane con un pugno di mosche in mano. Il fondo arabo, insieme alla piattaforma di investimento MFO (Multi Family Office Equity Partners) era interessato al Milan e avrebbe investito – diranno più avanti le indiscrezioni – 1,2 miliardi di euro cash senza alcun prestito da parte di Elliott, stessa cifra sborsata alla fine da RedBird. La famiglia Singer, a capo della Elliott Management Corporation, preferì invece vendere il Milan a Gerry Cardinale dietro un prestito di circa 600 milioni di euro e un interesse di 42 milioni annui.
Non è certo un caso, infatti, che il ruolo di amministratore delegato della società rossonera da novembre dello scorso anno sia stato affidato a Giorgio Furlani, ex Portfolio Manager del fondo inglese. Chi sostiene che la famiglia Singer incida ancora oggi corposamente nelle scelte del Milan, a cominciare dalla strategia (a livello di austerity) adottata sul mercato probabilmente non ha così torto.
RedBird (Elliott?) non ha ancora concluso la missione
Perché non affidare il Milan alla cordata araba, decisa a dare fin da subito un importante impulso al Club con una stellare campagna acquisti? In attesa di risposte concrete da RedBird sul mercato, i tifosi continuano a chiederselo. Cosa ha spinto Elliott a cambiare la rotta dopo i primi negoziati? Ulteriori interessi in seno alla Società? Di sicuro, il prestito concesso a RedBird ha avuto – lo ha tuttora – un peso non indifferente. A incidere nella scelta di cedere al fondo statunitense, un ruolo centrale potrebbe averlo avuto anche il progetto del nuovo stadio di proprietà, obiettivo dichiarato della famiglia Singer e in stand by ancora oggi. Elliott vuole continuare ad avere il controllo sulla realizzazione del nuovo impianto? Gerry Cardinale e RedBird cederanno in futuro il Milan ma prima vogliono che il valore del brand aumenti ulteriormente, questo è assodato, e in tal senso il nuovo stadio è un plus determinante.
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Milan, gli arabi che volevano riportare il Club ai vertici (subito) e una nuova voce…
La promessa: un investimento monstre sul mercato
È assodato anche che gli arabi tra il 2021 e il 2022 furono molto vicini al Milan. Era tutto impacchettato con tanto di promessa dei nuovi potenziali acquirenti: «La nostra cordata – dichiarò il finanziere italo-americano Carmine Villani, amministratore delegato di MFO (Multi Family Office Equity Partners) e volto centrale nella prima trattativa tra gli arabi di Investcorp e Casa Milan – si era impegnata sia ad acquisire tutte le quote di maggioranza del Milan sia a garantire il successivo investimento sul mercato di 300-400 milioni di euro, per riportare subito la squadra al livello più alto d’Europa, come la sua storia merita. Era tutto “equity”. Se Elliott avesse voluto, gli avremmo lasciato quote di minoranza». Ora sui social, su paginette senza alcuna fonte autorevole a proprio sostegno, circola da giorni la “notizia” di un fantomatico sceicco o qualcosa di molto simile pronto ad alzare il tiro e a far tornare a sognare i tifosi. Non c’è nulla di vero.
Gli arabi vogliono il Milan: l’ultima fake news in pasto al popolo dei social
“L’Abu Dhabi United Group for the development and investment – scrive il sito web ‘Milano Rossonera’ dai contorni giornalistici decisamente poco chiari, già segnalato all’area comunicazione del Milan – è pronto a rilevare il 51% del pacchetto azionario dei rossoneri versando nella casse del Club 500 milioni di euro”. A parte che la “voce” risalirebbe addirittura all’ultimo periodo berlusconiano – tant’è che basterebbe fermarsi alla cifra rivelata per capire che si tratta di una vera e propria fake news – oggi né dall’Arabia, né da altri territori, Stati, continenti si registrano interessi ad acquisire la guida del Milan.
Occhio quindi alle “solite bufale”. La sempre più nutrita flotta di influencer sui social, produttori seriali di idiozie il cui unico scopo è cercare notorietà e ogni tanto qualche decimo di centesimo a clic, senza vergogna è tornata prepotentemente all’attacco.
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