L’affaticamento all’adduttore che lo ha fermato in allenamento venerdì scorso lo costringerà a saltare la Fiorentina: si chiude così un 2022 da ricordare per il centrocampista brasiliano Junior Messias. La sua storia dimostra che anche nel calcio d”oggi, oltre ai grandi campioni e ai trascinatori, ci sono giocatori che, come lui, sanno lottare per arrivare lontano.
Stefano Pioli dovrà fare a meno di lui nell’ultimo impegno dell’anno, quello di oggi pomeriggio con i viola, ma Junior Messias può senza dubbio ritenersi più che mai soddisfatto del suo 2022 in rossonero. L’anno indimenticabile in cui ha vinto uno storico e per certi versi inaspettato scudetto. In cui ha dimostrato di essere sempre sul pezzo, facendosi trovare pronto quand’è stato chiamato in causa e ripagando la fiducia avuta dal club nei suoi confronti con delle buone prestazioni e anche dei bei gol.
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Milan, il 2022 da ricordare di…Junior Messias
Un giocatore umile troppo spesso criticato
Dal suo arrivo dal Crotone è spesso stato trattato con diffidenza e anche sufficienza, diventando, soprattutto nei momenti più delicati, uno dei capri espiatori. Uno di quei giocatori non troppo appariscenti quando gli spazi a disposizione sono pochi, e, quindi, su cui diventa facile puntare il dito.
Milan, il 2022 da ricordare di…Junior Messias
Per lui tanta gavetta ma anche tante gioie, su tutte uno storico scudetto
La sua, e a 31 anni si può tranquillamente fare un primo bilancio, è stata una carriera difficile e molto particolare (nel 2015 giocava in Eccellenza, nel Casale), iniziata facendo sacrifici e tanta gavetta. Ma la volontà di sfondare e di non mollare ha fatto la differenza, e, giunto a Milano in chiusura di mercato, nel 2021, ha lavorato tanto e da solo restando a guardare i suoi compagni per due mesi perché in ritardo di preparazione.
Nove i gol totali in rossonero, dal Wanda Metropolitano fino al Salisburgo
Poi, però, dopo il gran gol segnato nella vittoria in trasferta con l’Atletico Madrid in Champions, sono arrivate altre 5 reti nello scorso campionato, 3 con il Genoa tra andata e ritorno, la sua prima rete a San Siro, quella con la Roma, ed infine quella dell’Arechi con la Salernitana. Tutte marcature importanti per il Milan e per la conquista del diciannovesimo scudetto.
Quest’anno, in generale, a migliorare sembrano le prestazioni, soprattutto nell’ultimo periodo, un po’ in controtendenza con il resto della squadra. Di lui, oltre al tiro e agli assist, piace la capacità di difendere, cosa in cui era apparso un po’ deficitaria lo scorso anno.
Eppure anche in questa stagione, all’inizio, c’era chi chiedeva la sua cessione non ritenendolo utile alla squadra. Ma lui si è fatto trovare ancora pronto, e dopo i 6 gol e 3 assist della scorsa stagione, sono arrivati già 3 gol (e un assist), il primo con la Sampdoria, e due consecutivi, tra Torino e Salisburgo. Anche a Cremona aveva fatto molto bene rivelandosi il migliore tra i rossoneri.
Perché il calcio, comunque, è sì fatto di grandissimi campioni, di trascinatori, ma anche di giocatori che, come Messias, lottano, guardano avanti e, con grande professionalità, si fanno trovare pronti quando c’è bisogno di loro.