Puntuale come sempre arriva la conseuta sentenza del Codice Gerenzani sul Milan e sul fallimentare progetto di Gerry Cardinale e di RedBird. Altro che festa dei 125 anni…
Ora siamo passati alla farsa. Un Milan-Genoa, che doveva essere ricordato per la celebrazione dei 125 anni della società, si è trasformato nella certificazione del fallimento del progetto, chiamiamolo così, di Gerry Cardinale e del suo fondo RedBird.
L’ ennesima sfuriata di Paulo Fonseca nel dopo partita di Milan-Stella Rossa non ha prodotto quella scossa che ci si poteva attendere: in campo si è vista una squadra scarica ed ancora involuta, con i tre reprobi, Theo, Tomori e Calabria, in panchina, come preannunciato.
Neanche il tardivo inserimento di Morata, che ha solo prodotto una traversa, e del giovane Camarda ha rivitalizzato i rossoneri.
L’ impressione è quella di una squadra dall’ elettroencefalogramma piatto, senz’anima, senza leader, rassegnata ad una stagione oramai mediocre, superata in classifica pure dal Bologna. Ma questo esito è la logica conseguenza di un allenatore inadeguato, scelto deliberatamente per fare da parafulmine ad una dirigenza incompetente e presuntuosa.
È inutile girarci intorno: la rosa è stata costruita male, con troppi giocatori offensivi ed esterni bassi modesti o svogliati, senza un grande bomber, dopo Olivier Giroud, con gli uomini contati a centrocampo. Ma è il frutto di valutazioni tecniche sconclusionate di una società anomala nel nostro panorama nazionale: l’ amministratore delegato è un freddo bocconiano inesperto di calcio, preoccupato solo di fare quadrare i conti; il direttore sportivo di fatto non esiste; il responsabile dell’ area tecnica un buon capo scouting e nulla più; Ibra che non ha un ruolo definito ma che svolge le funzioni di longa manus della proprietà, incarnata dall’ ineffabile Gerry Cardinale, neanche presente alla festa della sua società.
Milan, il Codice Gerenzani: non c’è appello per Gerry Cardinale!
Milan, il Codice Gerenzani: il 16 dicembre 2024 sarà l’anniversario del fallimento di Gerry Cardinale e di RedBird
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E, visto il dopopartita, meglio per lui. Un quadro desolante di un gruppo dirigenziale che è convinto tuttora di poter innovare le modalità di gestione di una gloriosa società calcistica italiana, senza reali ambizioni di successi sportivi, con l’obbiettivo primario di raggiungere un posto in Champions League per fare quadrare i conti e remunerare gli investitore del fondo.
Il Milan ed i suoi tifosi sono molto altro: S. Siro è sempre pieno ma merita ben altre ambizioni ed una visione sportiva molto più elevata, come la tradizione del club, richiamata freddamente da una festa forzata e mal organizzata – mancavano Rivera, Boban ed Hateley, oltre a Paolo Maldini -, impone.
Questi signori non sono all’ altezza di amministrare il Milan. Dopo lo scudetto del 2022 la rosa è stata depotenziata e la dirigenza privata di elementi competenti e di spicco. Le logiche del fondo Red Bird non sono compatibili con la gestione di un club blasonato come il Milan, ridotto a puro fenomeno di marketing, come se si trattasse di una anonima società di baseball o football americano, senza veri tifosi ma con un seguito di meri clienti.
Il Milan non è un gioco per gli americani…
Oramai, allo stadio mancano solo le cheerleaders ed il discutibile disegno è compiuto.
Per questi americani è giunto davvero il momento di fare un passo indietro, ponendo in essere le necessarie procedure di cessione della società, affidando da subito la squadra ad un allenatore italiano esperto, per portare a termine decorosamente una stagione disastrosa e puntellando a gennaio la rosa con due/tre elementi, uno per reparto, che permettano di irrobustire un organico esangue.
Diversamente si potrebbero aprire scenari imprevedibili e funesti: ora la tifoseria, finora, comunque, vicina alla squadra, ha rotto gli argini e la contestazione si sta inevitabilmente facendo dura.
Il Signor Cardinale, nel suo pragmatismo americano, dovrebbe prendere finalmente atto che le sue strategie nebulose sono irrealizzabili, passando la mano in tempi rapidi, tanto più che pare non essere in grado neanche di rimborsare il prestito contratto con il fondo Elliot.
Il suo investimento nel Milan, quindi, è miseramente fallito. Da 5 anni la squadra non si trova così indietro in classifica, pur annoverando anche buoni giocatori in rosa.
È l’ epilogo di un percorso già viziato in origine da gravi errori di impostazione. Faceva malinconia vedere tutti quei Campioni del passato rossonero durante la festa del prepartita, simbolo di una società che non c’è più. Ma il numeroso popolo rossonero esiste e resiste ancora orgogliosamente, pretendendo di vivere un futuro sportivo più in linea con le glorie passate