La strategia del Milan prima dell’assalto del Newcastle e il cambio di rotta. Quando a Maldini il Club imponeva la difesa dei big. Cosa è cambiato nelle ultime ore?
Il Fondo sovrano dell’Arabia Saudita PIF, Public Investment Fund, proprietario del Newcastle, è lo stesso che gestisce in patria quattro club, l’Al Hilal, l’Al Ahli, l’Al Nassr e l’Al Ittihad, quest’ultima, società che da poco ha firmato il Pallone d’Oro in carica Karim Benzema per ben 200 milioni l’anno per tre anni. Il quadro della situazione è nitido, fin troppo: con una potenza mondiale così incontenibile e presuntuosa, sostenuta da un budget illimitato, nessun club europeo che non sia associato alla sua stessa rete può sentirsi al riparo dal rischio che in queste ore sta affrontando il Milan: i campioni sono tutti in vendita.
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Un rischio dal gusto dolcissimo ovviamente. Prendiamo i rossoneri, nessuno a Casa Milan in queste ore è deluso dall’operazione Tonali, tutt’altro: Sandro in Premier diventerà ancora più ricco di quanto non lo sia già e riempirà di molto le casse del club rossonero che, al netto della percentuale di ricompra inserita nell’accordo con il Brescia del 2020, rasenterà (se la cifra della Gazzetta di questa mattina è confermata) i 70 milioni di euro.
Scaroni aveva avvisato media e tifosi: «Cederemo…»
Perché il Milan abbia repentinamente invertito la propria strategia, rivedendo anche in parte i piani in entrata sul mercato, è quindi presto spiegata. Prima un passo indietro però: all’ex direttore tecnico Paolo Maldini, fino al suo allontanamento fulmine lo scorso 5 giugno, era stato imposto di non toccare i big. A migliorare il budget spendibile sarebbero state le cessioni di quei giocatori poco produttivi, gli esuberi insomma. Il Club si era anche premurato di chiarire una frase del presidente Scaroni affidata al Corriere lo scorso 8 giugno: «Sul mercato faremo qualche cessione». “Il Pres – ha poi precisato il Milan – si riferiva alle seconde linee”.
Tonali in Premier è la seconda cessione dell’era Elliott-RedBird
Due dati di fatto confermano la decisa volontà dei rossoneri: fino ad oggi, da cinque anni a questa parte, dall’arrivo di Elliott ai piani alti di via Aldo Rossi, il Milan aveva ceduto un solo giocatore, Jens Petter Hauge nell’agosto del 2021 all’Eintracht Francoforte e rinnovato ben undici giocatori (Tonali compreso). Fino a ieri, Sandro era con Leao, Maignan e Theo Hernandez uno dei giocatori protetti dal Club. Incedibili? Parola forte che nel calcio di oggi andrebbe dosata con cautela, ma per capirci una cosa molto simile.
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Milan, comandano i soldi: come è cambiata la strategia in poche ore
Fino a Maldini la situazione era questa: Sandro, scriveva la Gazzetta solo pochi giorni fa, era considerato una granitica certezza del Milan di Pioli. L’offerta irrinunciabile del Newcastle delle ultime ore ha invece ribaltato completamente la situazione. Tutto molto comprensibile anche se dolorosissimo. Solo un folle infatti rispedirebbe al mittente 70-80 milioni di euro per un giocatore che ne vale trenta in meno.
Il Milan non ci ha ragionato molto, così come Tonali che trasferendosi in Inghilterra guadagnerebbe oltre il doppio di quanto fin qui ha percepito in rossonero. Alla faccia della maglia e dei sentimenti, il club con il suo cambio di visione e il giocatore ammaliato da una valigetta contenente 48 milioni sono vittime ma al tempo complici del nuovo sistema, marionette della realtà islamica governata dai petrodollari. Tutto questo è molto molto preoccupante.
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