La coppia Silvio Berlusconi – Adriano Galliani ha segnato un’epoca coni colori rossoneri del Milan, periodo unico e irripetibile…
“Affranto, senza parole, con immenso dolore piango l’amico, il maestro di tutto, la persona che mi ha cambiato la vita per oltre 43 anni. Riposa in pace caro Presidente”, così ha scritto Adriano Galliani attraverso il sito del Monza.
Penso che un sodalizio così non ritorni mai più. Un sodalizio vincente, il più vincente della storia del calcio. Un sodalizio unico per competenza, armonia e dulcis in fundo per trofei vinti, 29 trofei in 31 anni al Milan. E’ quello tra Silvio Berlusconi e Adriano Galliani. Se Silvio Berlusconi, come noto, si intendeva di calcio, tanto da preferire uno sconosciuto Arrigo Sacchi a Nils Liedholm, e da permettersi di “suggerire” la formazione a tecnici del calibro di Capello, Ancelotti e Allegri. Adriano Galliani si è sempre definito un “malato di calcio”, uno che il calcio lo ha sempre seguito da bordo campo, sin dai tempi del Monza nel 1984.
Il sodalizio con Berlusconi era già nato, il 1 novembre 1979. Quando Berlusconi invitò a cena ad Arcore Adriano Galliani: «Mi chiese se con la mia Elettronica industriale, piccola azienda che portava in Italia il segnale delle televisioni straniere (Telemontecarlo e Tv Svizzera) fossi in grado di costruire tre reti nazionali. Io dissi di sì», confidò Galliani in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera nel 2022.
Galliani spiega come Berlusconi rispose: «Bene, il prezzo lo faccia lei.- riferendosi a Galliani- Pagò un miliardo delle vecchie lire per il 50% della mia azienda: la cifra non l’ho mai rivelata a nessuno. Aggiunsi, però, visto che ero comproprietario della squadra: “Io sono disponibile a lavorare giorno e notte per costruire le reti, ma devo poter seguire il Monza in casa e in trasferta”. Berlusconi mi guardò stralunato».
Sempre nel corso dell’intervista Galliani rivelò anche quando agì all’insaputa di Berlusconi per il bene del Milan: «Mi ricordo di quando Franco Tatò era amministratore delegato di Fininvest. Il gruppo era piuttosto indebitato e, prima della quotazione in Borsa, mise un grosso freno: tutti gli investimenti dovevano essere preventivamente approvati da lui. Mandò una lettera per dire: stop. Io quella sera comprai Marcel Desailly, 10 miliardi di lire, all’insaputa di tutti. Stetti nascosto per un po’ di giorni, perché avevo fatto l’operazione senza avvertire il presidente. Ma Boban si fece male e fu l’unico anno in cui vincemmo Campionato e Coppa dei Campioni».
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Milan, il sodalizio tra Berlusconi e Galliani: unico e irripetibile
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Unico momento di leggero attrito tra Silvio Berlusconi e Adriano Galliani ci fu al tempo del doppio amministratore delegato in Casa Milan, era il 2013, quando subentrò Barbara Berlusconi, Galliani racconta: «Mi dimisi. Potevo andare in Cina. Berlusconi mi chiamò la sera ad Arcore e io gli dissi che un Milan a due teste era ingestibile. “Troverò una soluzione”, mediò. Era il giorno in cui Alfano lasciò Forza Italia. E Silvio mi disse: “Oggi se ne è andato Angelino, non puoi andartene anche tu”. Io risposi: “Obbedisco”, come un novello Garibaldi». Ricorderete la soluzione annunciata da Silvio Berlusconi: «La situazione del Milan è tornata serena. È stato trovato pieno accordo su un’organizzazione societaria che prevede due a.d.: Adriano Galliani con la delega al settore sportivo e Barbara Berlusconi con la delega agli altri settori dell’attività sociale».
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