Oggi ricorre la tragica scomparsa di Kobe Bryant, leggenda del basket e tifoso del Milan. L’Italia occupava un posto speciale nel suo cuore.
Il Milan via social ha voluto ricordare Kobe Bryant, la leggenda del basket che perse la vita insieme a sua figlia Gianna Maria nell’incidente in elicottero. Erano diretti verso la Mamba Academy, il centro sportivo di proprietà dell’ex cestista situato nei pressi di Thousand Oaks. Una giornata rimasta impressa nei cuori di tutti, tifosi e non. Legend never die fu il messaggio del Milan lanciato subito dopo aver appreso la notizia, e infatti le leggende come lui continuano a vivere nei ricordi degli sportivi, che continuano a rifarsi alla Mamba Mentality.
L’Italia, come già accennato nelle precedenti righe, occupava un posto privilegiato nel suo cuore, tant’è che Kobe decise di chiamare le sue figlie con nomi italiani. Questo anche perché cestisticamente era cresciuto proprio nel nostro paese dove il padre, Joe “Jellybean” Bryant, giocò dal 1986 al 1991 militando nelle formazioni di Rieti, Reggio Calabria, Pistoia e Reggio Emilia. Arrivò nel Bel Paese da bimbo, imparò l’italiano e, nonostante un’immensa carriera nei Lakers, non dimenticò mai il periodo tricolore.
Kobe Bryant: la leggenda del basket che tifava Milan
Milan, in memoria di Kobe Bryant: la leggenda del basket tifoso rossonero
Nello spogliatoio dei Lakers, Kobe Bryant aveva la sciarpa del Milan. Il periodo italiano gli permise di avvicinarsi al mondo del calcio facendolo innamorare perdutamente di Marco Van Basten. “Quando ero piccolo è nata la mia passione rossonera guardando Gullit, Van Basten, Maldini. Porto il Milan sempre nel cuore. Nel mio spogliatoio a Los Angeles ho la maglia e la sciarpa del Milan, le ho messe nello spogliatoio e le vedo ogni giorno”, raccontò una volta a Milan Channel.
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Kobe non ha mai giocato nel nostro Paese, ma era comunque legato alla pallacanestro milanese. Infatti nella stagione 1999/2000 era stato proprietario di minoranza dell’Olimpia Milano, come rappresentante del padre Joe, quando la società era gestita dall’imprenditore caseario italo-americano Pasquale Caputo.