Durante i suoi 124 anni di storia, il Milan ha avuto a disposizione tanti campioni. Essi, con la loro qualità, hanno spesso illuminato “San Siro” e riempito di gioia gli occhi ed il cuore dei tifosi rossoneri. In particolare, nel “Diavolo” hanno giocato tanti centravanti di grande caratura, capaci di regalare al club ed ai suoi supporter tanti trionfi. Tra questi, rientra sicuramente Filippo Inzaghi, che oggi compie 50 anni. “Alta tensione” trascorse ben 11 stagioni sulla sponda rossonera del Naviglio, dal 2001 al 2012, realizzando 126 gol in 300 presenze. La sua media realizzativa fu di una rete ogni 144 minuti. Da quando andò via, purtroppo, il Milan subì per diversi anni gli effetti della “maledizione della 9”. Tante prime punte che hanno ereditato la sua maglia, infatti, hanno disatteso le aspettative.
Il primo calciatore ad indossare la maglia numero 9 del Milan dopo l’addio di Pippo Inzaghi fu Alexandre Pato. Il “Papero”, durante la sua esperienza in rossonero (2007-2013), collezionò 150 presenze, 60 gol e 18 assist. Mentre nelle prime cinque stagioni, con la “7” sulle spalle, realizzò una rete ogni 155 minuti, con la “9” ne fece una ogni 171 minuti. In particolare, il brasiliano fu condizionato dai troppi infortuni che colpirono il suo gracile fisico. Perciò, dopo i soli 2 gol realizzati nei sei mesi in cui portò la maglia che era stata di Inzaghi, Pato lasciò il “Diavolo” per trasferirsi al Corinthians (gennaio 2013).
Dopo di lui, toccò ad Alessandro Matri prendere in eredità la maglia numero 9. Il “Mitra”, in parte condizionato anch’egli dagli infortuni, non fu per nulla all’altezza del compito. In rossonero, infatti, Matri totalizzò 18 presenze ed 1 gol (quello sul campo del Parma) nella prima parte della stagione 2013-2014. Nel gennaio del 2014, perciò, il club rossonero lo cedette in prestito al Genoa e, nelle stagioni successive, alla Juve ed alla Lazio. Solo nell’estate del 2016, infine, il calciatore lasciò il Milan a titolo definitivo per trasferirsi al Sassuolo. La sua media realizzativa di un gol in 933 minuti è la peggiore del post-Inzaghi.
Al posto di Matri, poi, arrivò Fernando Torres. Lo spagnolo, costato al Milan un solo milione di euro, scaldò moltissimo gli animi dei tifosi rossoneri. Nella partita d’esordio, addirittura, “El nino” timbrò il cartellino, contribuendo al pareggio in rimonta del “Diavolo” sul campo dell’Empoli. Dopo quella rete, però, il nulla. Nel gennaio successivo, perciò, il calciatore passò all’Atletico Madrid, disputando la finale di Champions League contro il Real Madrid proprio a “San Siro”. Sotto la gestione di Pippo Inzaghi, quindi, Torres realizzò una sola rete in 10 presenze, con la media di un gol ogni 592 minuti.
Per sostituirlo, nel gennaio del 2015, il “Diavolo” acquistò un nuovo centravanti: Mattia Destro. Arrivato dalla Roma con buone aspettative, anch’egli fallì la missione di porre fine alla “maledizione della 9”. Nelle 15 partite disputate in rossonero, anch’egli sotto la gestione di Pippo Inzaghi, Destro mise a segno solamente 3 reti (la prima in Milan-Empoli), con la media di una ogni 281 minuti. Per questo motivo, la società di Via Aldo Rossi decise di non acquistarlo a titolo definitivo e lo rispedì nella Capitale.
Successivamente, nell’estate del 2015, il Milan acquistò un nuovo numero 9: Luiz Adriano. Il brasiliano, costato ben 14 milioni di euro all’allora presidente Silvio Berlusconi, non diede lustro alla gloriosa maglia che era stata di Inzaghi. Sotto la gestione di Sinisa Mihajlovic, infatti, l’ex Shakhtar Donetsk totalizzò 36 presenze, condite da sole 6 reti e 4 assist. La sua media realizzativa, neanche a dirlo, fu deludente: un gol ogni 271 minuti. A causa delle sue prestazioni poco convincenti, Luiz Adriano perse il posto da titolare a favore di Niang prima e di Balotelli poi. Nel gennaio del 2017, perciò, il brasiliano passò allo Spartak Mosca.
Qualche mese dopo, il Milan ritentò la sorte, ingaggiando Gianluca Lapadula dal Pescara per circa 10 milioni di euro. Nella sua unica stagione in rossonero, il centravanti italiano dimostrò di poter essere solo un’alternativa a Carlos Bacca e, in 29 presenze, realizzò 8 gol e 3 assist, con la media di uno ogni 170 minuti. Per questo motivo, nell’estate del 2018 Lapadula fu ceduto in prestito al Genoa, che l’anno seguente lo acquistò a titolo definitivo per 11 milioni di euro.
La successiva vittima della “maledizione della 9” rossonera fu André Silva. Arrivato all’ombra della Madonnina nell’estate in cui fu ceduto Lapadula, il portoghese deluse le grandi aspettative riposte su di lui. Gli allora dirigenti rossoneri Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli, infatti, spesero quasi 40 milioni di euro per strapparlo al Porto. Con la maglia numero 9 del “Diavolo”, quella che era stata di Pippo Inzaghi, André Silva collezionò 41 presenze, 10 gol e 2 assist. La sua media realizzativa fu di una rete ogni 202 minuti. Il suo ottimo rendimento nell’Europa League 2017-18 (8 gol in 14 match) non bastò a garantirgli la permanenza sulla sponda rossonera del Naviglio. Dopo i prestiti a Siviglia ed Eintracht Francoforte, infatti, nell’estate del 2020 il calciatore passò a titolo definitivo all’Eintracht Francoforte, in uno scambio alla pari (o quasi) con l’ex rossonero Ante Rebic.
Il Milan sembrò aver trovato la soluzione alla “maledizione della 9” nell’estate del 2018, quando acquistò Gonzalo Higuain dalla Juventus. Arrivato insieme a Mattia Caldara, che è ancora sotto contratto col club di Via Aldo Rossi, il “Pipita” non offrì però grandi prestazioni. Il grande colpo rossonero di quella stagione, anzi, si rivelò un flop clamoroso. Nelle 22 presenze collezionate fino al mese di gennaio del 2019, infatti, l’argentino realizzò solamente 8 reti e 3 assist, con la media di un gol ogni 230 minuti. Dopo soli 6 mesi al Milan, perciò, Higuain passò al Chelsea, dove ritrovò Maurizio Sarri. Sotto la gestione dell’allenatore che gli aveva permesso di segnare 36 gol in un solo campionato con la maglia del Napoli, l’ex rossonero vinse un Europa League, anche se da comprimario. Il Milan, quindi, aveva avuto solo delusione dai suoi numeri 9 dopo Inzaghi.
La partenza di Higuain in direzione Chelsea, poi, convinse il club di Via Aldo Rossi a puntare su Krzysztof Piatek. Il polacco arrivò in rossonero per ben 35 milioni di euro, risollevando subito l’umore dei tifosi. Nella sua prima partita da titolare, quella di Coppa Italia contro il Napoli a “San Siro”, il “Pistolero” realizzò una doppietta che fece sognare il pubblico milanista. Fino al termine di quella stagione, sotto la gestione di Gattuso, Piatek diede un discreto contributo alla corsa della squadra al quarto posto, mancato per un solo punto. L’anno dopo, però, il suo rendimento calò drasticamente. Per questo, egli fu ceduto all’Herta Berlino per 24 milioni di euro nel gennaio del 2020. Al Milan, il polacco ha totalizzato 41 presenze, 16 gol e 2 assist, con la media di una rete ogni 269 minuti.
L’ultimo centravanti rossonero che non diede lustro alla maglia numero 9 di Inzaghi fu Mario Mandzukic. Arrivato sulla sponda rossonera del Naviglio nel gennaio del 2021, da svincolato, il croato non brillò per niente. A causa dei tantissimi problemi fisici accusati e delle prestazioni poco convincenti, Mandzukic collezionò solamente 11 presenze col Milan e non realizzò alcuna rete. Alla fine di quell’annata sportiva, così, il calciatore lasciò il “Diavolo” ed appese le scarpette al chiodo. Anch’egli, quindi, fece rimpiangere tanto Pippo Inzaghi.
Proprio durante quella sessione estiva di calciomercato, infine, il Milan trovò un degno erede di “Superpippo”. Dal Chelsea, infatti, giunse in rossonero Olivier Giroud, per circa 3 milioni di euro. Con la maglia del “Diavolo”, lo “Sparviero” ha finora realizzato 39 gol e 17 assist in 85 presenze. La sua media realizzativa di poco più di un gol ogni due partite ha dimostrato che il francese è all’altezza di indossare la maglia che fu di Pippo Inzaghi. Il suo attaccamento ai colori rossoneri, poi, l’ha reso inevitabilmente un beniamino dei tifosi milanisti. Questi, unitamente all’allenatore Stefano Pioli, sperano di godere delle sue reti ancora a lungo.