Venticinque conclusioni dipingono un dato clamoroso: venticinque tiri, quanto prodotto ieri sera dal Milan a San Siro contro il Newcastle, ma zero marcature; la conversione è preoccupante. Nemmeno un gol, un punto a testa, per il Diavolo di Stefano Pioli bicchiere ampiamente vuoto, più della metà. L’attacco è un problema perché non decolla come dovrebbe. Dopo la cinquina presa in faccia nel derby, con una sola rete realizzata (da Leao) a rendere meno amaro il gap – se così si può dire – alla prima in Champions il Milan ha mostrato lacune pericolose.
Se non si segna, nel calcio diventa tutto più difficile. Nell’ambiente dei media e tra la piazza dei tifosi emergono nuovi punti interrogativi: è questa la reale tenuta del nuovo reparto offensivo dei rossoneri? Leao è troppo solista, Chukwueze contro i Magpies ha fatto altrettanto sulla fascia opposta (il nigeriano però era alla prima emozionante uscita da titolare con la maglia del Milan, giudizio quindi rimandato). Giroud è operaio che finge di non sentire fatica, lavora per i compagni ma non più un giovanotto. Sabato contro l’Hellas Verona in campionato rifiaterà, Pioli nell’undici di partenza sceglierà uno tra Jovic e Okafor (lo svizzero però non è un centravanti puro). I dubbi restano.
Milan, l’attacco è un problema: non decolla. E manca un vero vice Giroud
Attacco Milan, mancano i gol e la coperta è corta
Basterà al tecnico emiliano l’attuale assetto d’attacco per mantenere la squadra competitiva su tutti i fronti? Non sarebbe stato più opportuno durante il mercato concentrarsi sin da subito sull’acquisto di un centravanti di spessore da alternare a Olivier? Se lo domandano i tifosi… Forse il Milan è convinto che Jovic possa tornare a splendere come ai tempi dell’Eintracht Francoforte, o magari il Club sta pensando che dalla Primavera Francesco Camarda – ieri ancora in gol, autore di una doppietta in Youth League – possa bruciare rapidamente le tappe e diventare lui il bomber del futuro. Chissà…
È il presente però che conta, e dice che questo Milan là davanti va in panne con troppa facilità. La qualità non manca, il ritmo anche (la reazione di ieri contro gli inglesi di Howe è stata apprezzata), ma il calcio è soprattutto una questione di efficacia, di rete da gonfiare, di puro cinismo. Su questo aspetto Pioli dovrà lavorare con maggior insistenza da qui alle prossime partite. Il calendario non ammette prolungate pause di riflessione: dopo il Verona, il Diavolo volerà a Cagliari per il primo turno infrasettimanale in campionato, poi ospiterà la Lazio per il terzo sabato consecutivo al Meazza e un pugno di giorni più tardi viaggerà direzione Dortmund: davanti al muro giallo del Borussia, dopo lo 0-0 di ieri sarà già un match dalle sfumature decisive.