Il Milan è capolista. Ma deve restare con i piedi ben saldi a terra. Intanto si gode il suo momento di gloria. Era dal 25 maggio del 2022, dalla festa dello scudetto, che i rossoneri non guardavano tutti dall’alto. Il Diavolo torna al comando in Serie A dopo un avvio di stagione in salita, ripidissimo, tutt’altro che semplice. Il calendario nelle prime otto giornate ha presentato a Calabria e compagni sfide sulla carta d’alta quota. Con Roma, Lazio e Inter, tanto per cominciare. Più il Bologna all’esordio, il Torino, il Genoa (che ha fermato il Napoli), i biancocelesti di Sarri e la squadra di Mourinho. Delle prime otto il Milan ne ha persa solo una, il derby contro Simone Inzaghi anche piuttosto malamente (subendo cinque gol). Ma ha saputo immediatamente rialzarsi, come meglio non poteva.
Resta amarezza. Di aver collezionato fin qui due 0-0 in UCL con Newcastle e Borussia, ma l’avvio stagionale dei rossoneri può considerarsi decisamente positivo. Il segreto del nuovo Milan è racchiuso in tre parole: fisico, fiducia e testa. Lo scrive la Gazzetta. Pioli nel post gara di Marassi ha detto che a Dortmund il Milan ha avuto i dati fisici più alti da quattro anni a questa parte. Tradotto: la squadra sta bene, è nella condizione ottimale per giocare un match ogni tre giorni e l’intensità mostrata dal primo minuto al triplice fischio in Liguria nel weekend è lì a confermarlo. Questo però è anche un Milan che sente attorno a sé tanta fiducia, della Proprietà, del tecnico e dei suoi tifosi: l’allenatore ha parlato tanto con i nuovi arrivati, lo ha fatto sin dalla prima fase delle trattative e si è confrontato a lungo anche con chi era già a Milanello e ha dovuto adattarsi al nuovo modo di giocare (Adli, ad esempio).
Milan primo dopo i cinque schiaffi nel derby: il segreto della capolista
Milan capolista: ecco qual è il segreto
Questo Milan è una squadra a dimensione del suo allenatore: è stata plasmata da Stefano Pioli, Giorgio Furlani, Geoffrey Moncada e Antonio D’Ottavio, è figlia di un lavoro d’insieme. Il vecchio Milan no, non lo era, quello disegnato da Paolo Maldini e Ricky Massara non aveva mai del tutto convinto Stefano Pioli, e pazienza se i fedelissimi maldiniani continueranno a non accettare questa versione. Il nuovo Milan cresciuto con Pioli, poi, ha una tenuta mentale diversa rispetto a quello precedente: è più squadra pronta ad affrontare le turbolenze in quota. È tornato il Milan della stagione del titolo in campionato, un Milan forte in campo ma – scrive la Gazzetta – “speciale nei sottili legami di spogliatoio”.
Il Milan oggi è un gruppo e reagisce. Le seconde linee – terminologia che il tecnico emiliano non ha mai gradito – fin qui hanno risposto positivamente: si è fatto male Maignan e Sportiello lo ha sostituito senza problemi, si è fermato Krunic e Adli si è preso la scena oltre che una buona dose di applausi e complimenti; quando Loftus-Cheek è andato in infermeria Musah ha vestito la maglia da titolare con grande personalità. Il primo posto in campionato, a +2 sull’Inter, non è di certo frutto del caso.