Intervistato dai canali ufficiali del club, Tijjani Reijnders ha dichiarato che per essere al Milan ha rifiutato club importati. «Sono impressionato, dal primo giorno. Ho capito subito di essere in un grande club, diverso dalla dimensione dell’Az Alkmaar a cui ero abituato». La vita di Tijjani Reijnders in pochi giorni è cambiata totalmente. Alla Gazzetta dello Sport in edicola questa mattina, il nuovo centrocampista olandese di Stefano Pioli racconta il primo impatto con il mondo rossonero: «Cosa mi colpisce qui? I tifosi. Vedere come ci supportano è molto bello. Io poi da piccolo ho sempre visto il Milan in tv, da solo o assieme a mio papà, ho sempre saputo che il Milan era un grande club».
Tra i ricordi del piccolo Tijjani spunta inevitabile il volto di Marco Van Basten: «Uno dei migliori nella storia dell’Olanda. Se mi chiedete il nome di un olandese del Milan, il primo che mi viene in mente è lui» racconta alla rosea. Racconta e si racconta: «A me piace giocare da numero 8, da mezzala. La cosa che faccio meglio è essere un giocatore box to box, efficace difensivamente e nell’altra metà campo. Mi piace aiutare a costruire il gioco, essere un giocatore creativo. Destra o sinistra? A sinistra, lì mi trovo meglio».
Milan, Tijjani Reijnders: «Per questa maglia ho rifiutato il Barcellona. Tonali? Non sento la pressione»
Milan, Tijjani Reijnders ha dato tutto per essere qui. Le parole
Quindi svela: «Il play del nuovo Milan? Penso che Rade (Krunic, ndr) oggi sia il nostro centrale, poi vediamo come va durante la stagione». Il sogno di “o Rei”, così lo hanno già soprannominato alcuni tifosi rossoneri, è «vincere una Champions con il Milan. Ma ora anche uno scudetto…». Per indossare questa maglia ha persino detto “no” al Barcellona di Xavi: «Avevo fatto la mia scelta. Avevo parlato con Moncada e con Pioli… e a quel punto avevo già deciso, anche con la mia famiglia. Avevo già deciso che avrei giocato per il Milan».
A Milanello lo attende l’arduo compito di non far sentire la mancanza di Sandro Tonali: «Sinceramente non avverto pressione – dice alla Gazzetta -, voglio essere me stesso dentro e fuori dal campo». A proposito di extra campo, oltre il rettangolo verde Tijjani è «un ragazzo tranquillo, molto rilassato. Un po’ pigro ecco, questo sì. Dopo l’allenamento mi piace mettermi tranquillo» racconta.




