Ecco cosa cambia nel Milan, o meglio “non cambia” con Giorgio Furlani e Geoffrey Moncada figure chiave del mercato. Storia di una rivoluzione decisa da tempo, ma che una vera e propria rivoluzione alla fine non lo è.
Geoffrey Moncada, capo dell’area scouting rossonera, ex prodigio di mercato del Monaco, è già al lavoro. Per la verità, il lavoro di Moncada (che si pronuncia con l’ultima lettera accentata) inizia da gennaio e finisce a dicembre. In giro per il mondo, il manager francese, classe 1985, va alla ricerca dei migliori profili internazionali da firmare. Attorno a sé un team di dieci tecnici osservatori (i più stretti, ma sono molti di più), sguinzagliati alle calcagna dei migliori prospetti internazionali.
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Milan, retroscena: Moncada e Furlani, rapporto solido nato ai tempi di Elliott
Moncada conosce bene il mercato della Ligue 1, ancora meglio tutto il sottobosco delle prime categorie del calcio “made in France”. Non è un caso che in questi anni il Milan di Pioli sia diventato una piccola colonia francese. Pierre kalulu, ad esempio, è uno di quei profili che Moncada ha monitorato per anni prima di convincere il Milan a puntarci. Decisivo però l’ex Monaco lo è stato anche per altri elementi della rosa, nella scelta di Tomori in particolare, ma anche su Leao, schedato fin dai tempi dello Sporting Lisbona.
Il ruolo centrale di Moncada non è una novità
Moncada è operativo ai piani alti di Casa Milan da diverse stagioni. Già sotto la guida del Fondo Elliott, il manager francese ha ricoperto un ruolo centrale nella selezione dei giocatori da valutare sul mercato. Per certi versi più di Paolo Maldini e Ricky Massara (ai quali nessuno vuole qui togliere i meriti) figure che spesso e volentieri sono subentrate nelle fasi successive delle operazioni. Moncada non tratta i giocatori, Moncada segue la loro crescita, li va a visionare sui campetti di provincia a volte sprovvisti anche di tribune. Con l’ausilio di dati e statistiche, Moncada è solito confezionare un report approfondito per i vertici del Club. Lui e il suo team non decidono, lui e il suo team casomai segnalano.
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Diversità di visione, da qui l’addio di Maldini (e Massara)
Di recente Moncada è stato avvistato al Mondiale Under 20 in Argentina, ma anche a Novarello, il centro sportivo del Novara. Il suo radar spazia ovunque, dalle prime categorie del calcio italiano ai livelli internazionali. Sempre e solo gli occhi puntati sui profili giovani e di prospettiva. È qui che nascerà il nuovo Milan, ed è qui che il rapporto tra Paolo Maldini e Gerry Cardinale si è definitivamente spezzato. L’ex capitano ha sempre suggerito alla Società per la crescita del progetto tecnico elementi già conosciuti, più o meno giovani ma con esperienze internazionali alle loro spalle di un certo spessore. Ziyech, Zaniolo, Arnautovic, lo stesso Origi arrivato la scorsa estate… Giroud. La visione della nuova Proprietà invece è sempre stata opposta.
Milan, retroscena: Moncada e Furlani, rapporto solido nato ai tempi di Elliott
Furlani-Milan, retroscena: la prima uscita “ufficiale” a Reggio Emilia
Ruolo fondamentale nel nuovo ecosistema rossonero lo avrà anche Giorgio Furlani, italianissimo, milanista nella pelle, da novembre CEO di Casa Milan al posto di Ivan Gazidis. Figura nuova per i tifosi rossoneri, non per chi dentro il Milan ci lavora da anni. Furlani era in seconda linea nelle foto della scorsa stagione, ma c’era. Il primo contatto ufficiale con parte della stampa la sera di Milan-Sassuolo a Reggio Emilia, nel pieno della festa scudetto. Prima di diventare a.d., Furlani ha lavorato a Londra, era il Porfolio Manager del fondo Elliott, stretto collaboratore della famiglia Singer.
Furlani nel Milan di Elliott, il rapporto con Moncada
In altre parole, da lui è sempre passata ogni operazione economica del Milan. Furlani e Moncada si sono conosciuti il primo giorno del manager francese a Casa Milan, dicembre 2018. Un rapporto di collaborazione, professionale, ma anche di amicizia sincera. Le indicazioni di Geoffrey sono sempre passate a Giorgio oltre che all’area tecnico-sportiva. Il nuovo riassetto organizzativo rossonero ha preso alla sprovvista tutti, guardandolo un po’ più attentamente però dà risposte ovvie e non così sorprendenti. Prima o poi, insomma, sarebbe successo.
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