Il Milan rischia di crollare sotto i colpi del Lecce. Il 2-2 in rimonta lascia un gusto meno amaro in bocca ma comunque tante preoccupazioni.
Compito della settimana: analizzare cosa non ha funzionato nel primo tempo di Lecce e ricominciare dalla reazione costruita della ripresa. Il Milan ieri contro i giallorossi di Marco baroni ha sbagliato l’approccio. Ha imbarcato acqua sotto il diluvio del Via del Mare, ha rischiato il naufragio, poi è riuscito a emergere dall’abisso con forza d’animo e i cambi giusti.
Fa pensare – e preoccupa – che il Milan sia crollato nelle ultime due partite giocando praticamente con le prime scelte. A Lecce hanno deluso Theo Hernandez, autore dell’autogol dell’1-0, Pierre Kalulu, da censura sull’errore dopo tre minuti, Ismael Bennacer, meno lucido rispetto ad altre uscite, e anche Olivier Giroud è sembrato decisamente sulle gambe. Un problema di testa o solo stanchezza? Stefano Pioli dovrà rispondere a questo quesito con rapidità. Il tempo c’è ma il Napoli scappa.
Milan, qualcosa si è rotto: cosa preoccupa dopo Lecce
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La squadra in serata ha lasciato la Puglia dall’aeroporto di Brindisi destinazione Riad. Mercoledì in Arabia c’è l’Inter in Supercoppa e l’opportunità di ritrovare il sorriso. Il Diavolo è a pochi passi da un nuovo bivio: tornare a Milano con un’altra figuraccia marchierebbe (forse irrimediabilmente) come deludente se non fallimentare una stagione nata con tanti buoni propositi.
Qualcosa si è rotto. Il Milan oggi ha soltanto un punto in meno rispetto alla scorsa stagione dopo 18 giri dal via. La differenza però tra quel Milan e questo Milan è palese e non riguarda solo il Napoli ieri dormiente e oggi armata quasi insuperabile. La differenza è che questo Milan nei momenti più delicati del match non dà più l’impressione di riuscire a controllare gioco e avversari. Ed è molto preoccupante.