A stabilire se sarà o meno un Milan più forte, più bravo, più performante rispetto a quello che un anno fa veniva. portato in trionfo per il 19° scudetto – stringi stringi è quello il riferimento – sarà il campo, saranno le partite e i risultati. Se Loftus-Cheek riuscirà a di far dimenticare in fretta Sandro Tonali come Mike Maignan in porta. Donnarumma lo dirà il tempo, di sicuro il centrocampista inglese da poco più di una settimana indossa una bella responsabilità oltre all’8 sulle spalle ereditato da Sandrino.
Così anche Christian Pulisic, che là davanti subentra a Brahim Diaz, elemento spesso imprevedibile e decisivo – anche se un po’ discontinuo – nelle grandi notti da Milan. In mezzo, sulle zolle che in passato furono di Pirlo e più. di recente di Ismael Bennacer – lo rivedremo ma solo a ridosso di Natale – Tjiiani Reijnders sarà l’uomo dei tempi. oltre che delle falcate. Se sarà un Milan forte ce lo dirà il campo, certamente però sta nascendo un Milan molto interessante.
Gli heatmap, le mappe del calore consultate da Moncada, Pioli, Furlani e D’Ottavio in queste settimane (ma non solo), quelle che raccontano i movimenti in campo dei giocatori nell’ultima stagione (nei rispettivi campionati) a. mischiarle – provateci – si fa davvero un bel casino: sovrapposte per ruoli o per settori sono simili, alcune quasi identiche. I nuovi arrivati, al netto di Sportiello il cui movimento ovviamente è limitato corrono tutti. Dinamicità è la keywords che gli accomuna.
Corre Reijnders, che con la maglia dell’Az Alkmaar nella sua ultima stagione ha coperto praticamente ogni zona. del campo (vedere per credere); corre Loftus-Cheek, che a destra in Premier ha macchiato di rosso l’intera fascia; corre Yunus Musah, la cui heatmap è facilmente confondibile con quella dell’ex Chelsea; corre anche Mehdi. Taremi e non solo nella lista dei centravanti stilata da Pioli, oggi in cima per distacco.
Se si confronta la mappa di calore 22/23 dell’iraniano con quella di Giroud (guarda qui sotto) a un primo sguardo le differenze sembrano minime; con un occhio più attento, si può notare invece quanto l’attaccante del Porto si muova molto anche sull’esterno, a sinistra (è un piede destro). Elemento di analisi relativo, siamo d’accordo, ma. che aiuta un po’ di più a comprendere la richiesta di Pioli a Furlani: un centravanti di movimento, per. caratteristiche diverso da Olivier.