Milan, perché fidarsi di RedBird? Il divorzio da Maldini, il debito, gli investimenti, i piani per il futuro. Un’accurata analisi di ciò che il fondo americano di Gerry Cardinale ha fatto in un anno, sulle orme di Elliott.
“Non hanno soldi”. “Non vogliono investire”. “Cardinale deve pagare il debito a Eliott”. “#CardinaleOut”. “Vogliono solo speculare”. Di pensieri e giudizi se ne leggono d’ogni in queste settimane drammatiche per i sentimenti del popolo milanista, sfumature diverse di uno stesso grande credo contro la nuova proprietà americana. Il saluto commosso di Zlatan Ibrahimovic, il suo annuncio «lascio il calcio» così improvviso, l’allontanamento altrettanto fulmineo di Maldini e Massara, la scomparsa di Silvio Berlusconi, il presidente che ha strappato il Diavolo dalle fiamme dell’infermo e l’ha condotto in paradiso, la cessione di Sandro Tonali, capitan futuro, in Premier al Newcastle…in una manciata di giorni i tifosi del Milan hanno perso tutti i loro punti di riferimenti più importanti. Aleggia una sensazione di smarrimento totale e tutto questo, sia chiaro, anche per Gerry Cardinale è estremamente comprensibile.
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Però, il Milan, la sua storia, la sua missione di certo non sono giunte ai titoli di coda in tre settimane, seppur strane e dolorose. Proviamo un passo alla volta e con ragionevolezza ad addentrarci nelle trame di questo mese pazzo e presuntuoso, ma che di onesto e decifrabile ha più di quanto pancia e cuore portino a pensare. Cosa sta facendo RedBird con il Milan? I giudizi, poi, li tireremo con altrettanto buonsenso quando le acque saranno calme e a mercato concluso.
Il “licenziamento” di Maldini: le ragioni
Il divorzio non consensuale con Paolo Maldini e Ricky Massara non segna la fine di un’era e l’inizio di un’altra. Non è corretto nemmeno parlare di rivoluzione. Il Milan non ha cambiato un modo di fare e gli uomini al. comando, il Milan casomai ha azzerato la gestione tecnica poco produttiva dell’ultima stagione per tornare al. sistema efficace di quelle precedenti, di quando Elliott aveva assunto la leadership del Club.
RedBird è convinta che l’approccio collegiale sia migliore di quello individuale e finché rimarrà in plancia di comando sarà questa la direzione da seguire. Il noi davanti all’io, visione che Maldini non ha accettato pretendendo invece piena indipendenza nella scelte di mercato, così come avvenuto la scorsa estate. Un tipo di approccio di certo non nuovo dalle parti di via Aldo Rossi: il lavoro di squadra nell’anno dello scudetto, con Gadizis e Furlani da una parte, Maldini, Massara e Moncada dall’altra ha portato tutto l’ecosistema Milan a raggiungere risultati incredibili. Si riparte da lì, con due figure – Furlani e Moncada – che dal 2018 ad oggi hanno contribuito attivamente, dietro le quinte, a salvare i conti del Milan e a dare al progetto sportivo una chiara identità.
Debito e investimenti: la verità
Sollevare il tema debito tra RedBird ed Elliott per dare supporto alla tesi dell’imprenditore senza portafoglio è giochino da sempliciotti, di chi ignora i meccanismi dei fondi e delle prassi del sistema. Per farla breve e rendere. la spiegazione a tutti comprensibile, senza cioè tecnicismi di genere: è pratica consueta quando un bene (una. società nel caso del Milan) passa di proprietà da un fondo a un altro finanziare una parte della cifra di cessione. In questo modo, infatti, il fondo creditore dagli interessi generati può pianificare nuovi investimenti e innalzare il monte dei guadagni. Questo meccanismo si è attivato anche tra Elliott e RedBird e la cifra tanto discussa, il debito tra Cardinale e il fondo gestito dalla famiglia Singer, ammonta per la precisione a 550 milioni di euro.
A proposito di investimenti, poi, sentenziare che RedBird non abbia danari da spendere per rafforzare il Milan è azione altrettanta scorretta. I dati infatti sostengono l’opposto, ossia che il fondo americano da quando è alla guida del Milan ha investito per il Club sul mercato più di chiunque altra proprietà nel calcio in Italia. Eccoli: al netto delle cessioni, il Milan nell’estate del 2022 ha speso 42,45 milioni di euro; nessun altro club ha chiuso con questo risultato. Le altre big? La Juventus ha completato la campagna trasferimenti della scorsa estate con un saldo in positivo di 33,90 milioni, l’Inter di 21 e il Napoli di 11 milioni. Hanno ceduto e incassato, cosa che il Milan – prima del trasferimento di Tonali nella ricca Premier – aveva fatto solo con il norvegese Jens Petter Hauge nel 2021, passato in Bundesliga all’Eintracht Francoforte.
Altro dato che smonta l’insensata teoria della scarsa potenzialità economica dei fondi USA: tra l’anno precedente e l’estate scorsa, al netto delle cessioni, il Milan ha speso complessivamente più di 108 milioni di euro puliti sul. mercato. E ancora: allargando la forbice, i rossoneri sono terzi tra i club italiani che negli ultimi cinque anni hanno. speso più risorse sul mercato alla voce “cartellini”: l’investimento totale ammonta a 455 milioni di euro. Non va poi dimenticato l’ingente sforzo della Società nel rinnovare tra il 2022 e il 2023 il contratto a gran parte dei protagonisti dell’ultimo scudetto.
Operazioni produttive, RedBird sulle orme di Elliott
RedBird ha speso e continuerà a farlo, a differenza però del passato più recente si muoverà con il supporto dei propri metodi (il tanto strumentalizzato algoritmo, un tool a disposizione dei tecnici e nulla più) e un approccio. collegiale e più meticoloso. L’esempio da seguire, quindi, non è certamente (e non sarà mai!) quello del Chelsea. di Todd Boehly, che nelle ultime due sessioni di mercato ha investito 600 milioni per concludere l’ultima stagione senza trofei e un clamoroso dodicesimo posto in Premier League. Il budget è elemento essenziale – come da. RedBird già dimostrato – ma per Gerry Cardinale conta molto di più la qualità dell’investimento (valore presente, crescita e valore in prospettiva) da ottenere solo attraverso un efficiente lavoro di squadra.
Scordiamoci l’arrivo di top player fatti e finiti (è da anni che non se ne vedono a Milanello e quindi non sarà di certo una novità). A parte qualche possibile eccezione (nomi a fine carriera o quasi), verranno sempre privilegiati talenti giovani, affamati e desiderosi di prendersi la scena. I tifosi non ci stanno? Pazienza. Quanti milanisti bollarono “inadatti” gli arrivi di Kalulu, Krunic e Bennacer (giocatori retrocessi in Serie B con l’Empoli), di Leao, al primo anno al Milan inzuppato dalle critiche. Troppi. Eppure, è proprio da quei giocatori – Tonali compreso – che il. Milan di Elliott ha fondato le radici del proprio progetto sportivo e scalato la montagna fino allo scudetto. RedBird, quindi, non farà altro che proseguire convinto quel percorso, scovando pepite d’oro in Italia e in giro per il mondo pronte a trasformarsi, con il lavoro sul campo, in gioielli luccicanti e a trascinare il Diavolo verso altre fondamentali conquiste.
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Milan, tutta la verità su RedBird: perché è giusto avere fiducia
I successi, non solo sul campo
Se in cinque anni l’Azienda Milan è arrivata fin qui, dove si trova oggi, nuovamente al vertice in campionato e ai. piani alti in Europa è perché la strada intrapresa è senza dubbio quella giusta. L’elenco dei traguardi dei Milan di. Elliott e RedBird oltre il campo (per nulla secondari) sono tanti e importanti: una sola cessione di rilievo, Tonali al. Newcastle (l’offerta degli inglesi per la portata storica sarebbe stata accettata da qualunque altra proprietà), costi. ripuliti da una campagna scriteriata di acquisti improduttivi (al cinese fischieranno le orecchie, un po’ però anche. a Fassone e Mirabelli), valore del brand raddoppiato (fonte Forbes)…utile sul prossimo esercizio di bilancio (non accadeva dal 2006). Sul campo: uno scudetto, il ritorno in Champions League e il traguardo delle semifinali. Fatti e non parole. Ecco perché è giusto avere fiducia.
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