Marco Pellegrino fino a questo momento è un oggetto misterioso in casa Milan. La sua casella di minuti giocati recita infatti il numero “0”, con Stefano Pioli che al momento sembra non valutare l’esistenza del difensore. Arrivato in estate, Pellegrino non è mai sceso in campo nelle 7 partite di Serie A e sempre in tribuna durante le partite di Champions League (in quanto escluso dalla lista UEFA).
Il centrale argentino, nonostante sia l’unico giocatore di movimento rossonero (escludendo gli infortunati di lunga durata) a non aver ancora calcato il campo, è stato convocato sorpresa dal CT Scaloni per i due impegni dell’Argentina verso i Mondiali 2026 dopo le buone prestazioni nell’ultima stagione con il Platense.
Pellegrino è stato voluto fortemente dalla nuova dirigenza rossonera per due motivi: scelto come sostituto di Matteo Gabbia ( trasferitosi in prestito al Villarreal) e unico mancino presente tra i cinque centrali in rosa. Al momento però nelle gerarchie di Pioli, l’ex Platense è l’ultima scelta. Dietro alla coppia titolare Tomori–Thiaw, i piani B della difesa del Milan sono infatti Kalulu e Kjaer.
Il classe 2002 è considerato dallo stesso Pioli come «un giocatore attento e disciplinato, ma che ha bisogno di tempo». Tradotto, per Pellegrino arriverà il momento ma non ora. La sua storia però ricorda quelle di Kalulu e Thiaw, giovani talenti arrivati in sordina, che con il tempo sono diventati giocatori importanti per il Milan.
Il processo di crescita di Pellegrino è ancora in evoluzione e per lui infatti non è prevista nessuna cessione a gennaio. Il ragazzo intanto si gode la prima convocazione in nazionale, con Pioli che continuerà a valutare il suo inserimento.