Si è dibattuto molto sui social, in questo avvio di stagione, del ruolo più adatto per Reijnders nello scacchiere tattico del Milan. Tanti vedono in lui l’erede di Pirlo davanti alla difesa, valutando la sua padronanza tecnica un fattore da sfruttare proprio in quella zona del campo. Le prestazioni migliori però l’olandese le ha offerte, fino a qui, da mezzala, un ruolo che sembra esaltare al meglio le sue attitudini tecnico-tattiche. Motivo per il quale domani tornerà ad interpretare la mezzala nell’undici rossonero. Il parallelismo con Pirlo perde di consistenza andando oltre la semplice analisi della qualità tecnica del giocatore.
Pirlo era un giocatore dal piede educatissimo, un vero professore del calcio capace di disegnare trame di gioco e di imbeccare i propri compagni con una tale maestria da apparire a volte magico. Qualità balistica di cui certamente dispone, anche in abbondanza, lo stesso Reijnders. A cambiare però è la maniera di esprimere tale tecnica. Reijnders, rispetto a Pirlo, è un giocatore dotato di maggiore progressione, essendo capace di portare palla a gran velocità in transizione a testa alta, sempre pronto quindi a notare ogni taglio ed imbucata dei compagni.
Genoa-Milan, Reijnders da mezzala offre le sue prestazioni migliori
Genoa-Milan, il momento di Tijjani Reijnders
L’olandese è il classico giocatore box-to-box, capace dunque di “spaccare” la linea avversaria affettandola come il burro. E’ proprio questa caratteristica a renderlo una fantastica mezzala. A Dortmund, vista l’assenza contemporanea di Krunic e Loftus-Cheek, Pioli ha provato una variante tattica, dando proprio all’olandese il ruolo di regista basso. I risultati però sono stati ben diversi da quelli visti in altre apparizioni.La sensazione è che chiedergli di abbassare il raggio di azione limiti la sua caratteristica migliore di cui parlavamo poche riga sopra.
Il talento e il piede raffinato gli hanno consentito di sciorinare una partita ugualmente accettabile, nel complesso però non totalmente sufficiente. Non è stato un caso infatti che la sua partita abbia vissuto di luci ed ombre, sprazzi ad intermittenza del suo genio calcistico. Il meglio lo ha offerto proprio quando ha avuto modo di alzarsi sulla linea mediana, imbeccando in ripartenza un proprio compagno in campo aperto. L’idea quindi di rivederlo a Genova nella sua posizione più congeniale appare la scelta più corretta. Il Milan necessita della sua gamba, del suo dinamismo e della sua verticalità per ritrovare il gol e la vittoria.