Milan in piena crisi, spogliatoio disunito, Stefano Pioli in balia degli eventi, burrasca a Milanello. Tutte bubbole, affermazioni prive di fondamento. Di bubbole in questi giorni ne abbiamo sentite d’ogni, tutte indirizzate verso una sola grande diagnosi: il Milan si è sgretolato. I #PioliOut, i “disfattisti a prescindere da tutto e da tutti”, quelli della prima ora rimasti in letargo fino alle più violente burrasche di inizio stagione sono riemersi dalle sabbie mobili come zombie.
Ripetitivi, noiosi, quasi programmati nella loro crociata contro il tecnico emiliano. Gli hanno sputato addosso di tutto a Pioli, fino a ieri sera… La partita contro il PSG, bella e importante, chiusa con un successo che rilancia in Champions le ambizioni del Milan, li ha momentaneamente zittiti. Spenti, emarginati.
Crisi Milan: squadra contro Stefano Pioli? La narrazione dei social senza fondamento…
LEGGI ANCHE Milan, il primo derby della storia contro l’Inter
La prestazione di Rafa Leao e degli altri rossoneri protagonisti sotto i riflettori di San Siro non solo ha smentito ogni idiozia circa crepe in spogliatoio, più o meno insanabili, ha rimarcato quando già espresso all’alba della stagione dal campo: questo Milan è competitivo, in Italia e in Europa. Certo, deve giocare, seguire le indicazioni del suo allenatore, restare compatto il più possibile, muoversi da squadra, con l’asticella dell’attenzione e dell’intensità sempre sulle tacche più alte. È tutto qui, dannatamente semplice.
L’immagine che rafforza questa verità è l’abbraccio di Giorgio Furlani alla squadra pochi istanti dopo il triplice fischio di Milan-Paris Saint-Germain. Uno a uno, Reijnder, Calabria, Adli, Thiaw, Loftus-Cheek, Leao… Se ci nascondessero davvero una montagna di cocci sparpagliati tra i campi di Milanello, se tutto fosse spaccato, logorato, disunito…obiettivi dei fotografi e delle telecamere in tv racconterebbe ben altri umori. Altre gestualità e altre parole. E invece…