Neanche un caffè, no, neanche un caffè. Durante le sue apparizioni a Milano, Gerry Cardinale, numero uno di RedBird a capo del Milan, ha incontrato il suo alter ego in nerazzurro, Stevan Zhang soltanto lo scorso settembre, un rapido saluto nell’intervallo del derby. Zhang e Cardinale, i proprietari di due delle quattro squadre semifinaliste dell’ultima Champions League da lì in avanti non si mai seduti l’uno di fronte all’altro. Quasi identici nei ruoli che ricoprono, sotto altre luci però incompatibili, agli antipodi, come la visione manageriale dei club che gestiscono.
Zhang e i suoi uomini si destreggiano a fatica tra le regole del business per salvare il salvabile a bilancio, le rispettano ma sanno benissimo quanta salita li attenda per riordinare i primi evidenti cocci di un’Inter sull’orlo del collasso; Cardinale, invece, fin dal suo approdo a Casa Milan ha anteposto il rendimento dei parametri aziendali (e di conseguenza di quelli sportivi) al primo posto: un Milan sano oggi, spiana la strada a un Milan di grandi prospettive domani. “Le decisioni del presente ricadono su quelle del futuro” è ciò che è facile leggere in ogni mossa misurata di Furlani sul mercato, vestite con questo concetto di buonsenso ciò che preferite e avrete sempre ragione.
Gli opposti si attraggono ma non qui. Steven Zhang (Suning International) e la sua Inter hanno registrato dal 2017 al 2021 cinque perdite d’esercizio (-17,7 milioni a chiusura del bilancio 2017/2018, –48,3 milioni la stagione successiva, poi –102,3 milioni, –245,5 milioni e –140 milioni); Gerry Cardinale (RedBird) al suo primo giro di giostra in rossonero ha festeggiato invece un utile a bilancio di circa 15 milioni di euro. La solidità finanziaria del Milan è obiettivo essenziale per RedBird, al pari del continuo potenziamento della competitività del prodotto sportivo.
Zhang e Cardinale, il Santo e l’impostore: fino a quando continueranno a negare l’evidenza?
Milan, sullo stesso piano Zhang e Cardinale?
Zhang rispetta le regole (come Cardinale), ben diverso però è il rispetto dello spirito. Zhang rispetta le norme ma non rispetta la morale. Ciò nonostante, il patron dell’Inter è costantemente esaltato da addetti ai lavori. Elemento escluso dai giudizi – ci auguriamo non volutamente – è che quella da poco iniziata è per l’Inter l’ennesima campagna acquisti a debito. L’Inter che beffa il Milan su Thuram, l’Inter che vince la corsa su Frattesi è un’Inter che spende, che si fa bella sui giornali ma che conta tonnellate di polvere sotto il tappeto. L’Inter è sorretta da un grosso mutuo che prima o poi dovrà estinguere. “L’Inter è piena di debiti” scriveva il New York Times lo scorso 9 giugno “L’Inter – spiegava il quotidiano – si trova in una crisi finanziaria causa pandemia e diminuzione del sostegno dello Stato cinese agli investimenti nel calcio europeo. Senza contare i problemi di Suning…
Insomma, dalle parti di Appiano non se la passa bene nessuno. La società cinese dopo un utile a bilancio nel 2019 (1,27 miliardi) ha chiuso i tre esercizi successivi con perdite totali da oltre 8,2 miliardi. Il presidentissimo re di Milano Steven Zhang è stato addirittura condannato da un tribunale di Hong Kong. Deve ripagare un debito di 300 milioni alla China Construction Bank Asia e per questo rischia fino a tre mesi di carcere. Eppure… Eppure l’Inter di Zhang è migliore e per gli ipercritici dei social Cardinale un accattone, venuto al Milan solo per speculare.
Per concludere…
La buona gestione di RedBird invece è sotto gli occhi di tutti. Inoltre la realizzazione del nuovo stadio sia tappa essenziale per ridurre sempre più il gap con le grandi potenze calcistiche inglesi (e non), traguardo di un percorso di rilancio che ha già superato il delicato step del risanamento dei conti prima con Elliott e poi con il nuovo “fondo dell’uccello rosso”. Percorso che, per quanto concerne il Milan, passerà anche dal player traiding, attività legata all’acquisto e alla cessione di calciatori e pratica già ampiamente attuata della passata, trentennale, gloriosa gestione Berlusconi.
Oggi in molti puntano il dito contro RedBird per la cessione di Sandro Tonali. Ma a quella cifra… Di certo un giocatore forte ma non insostituibile. Il Milan del dopo Tonali avrà incassato e speso senza chiudere il saldo in negativo grazie soprattutto alla gestione delle altre aree di sviluppo. Quella sportiva e commerciale su tutte. Il Milan del dopo Tonali avrà guardato con logica al presente il futuro. Altro che impostore questo Gerry Cardinale…