Tra gli infortuni più diffusi nel mondo del calcio uno dei più occorrenti è sicuramente lo stiramento del polpaccio. Il complesso muscolare formato da Soleo, dal Gemello Mediale e da quello laterale ha la funzione di stabilizzare la caviglia e di consentire la flessione di piede, gamba e coscia; inoltre garantisce la stabilità del ginocchio ed è fondamentale sul piano posturale. Al momento dell’infortunio si percepisce una sensazione di indurimento del polpaccio con difficoltà nell’esecuzione del movimento.
In cosa consiste lo stiramento del polpaccio?
Lo stiramento del polpaccio è una vera e propria lesione di più fibre muscolari (a differenza della semplice contrattura) che hanno subito un’elongazione oltre il limite a causa di sforzo eccessivo, movimenti bruschi o veri e propri traumi. Accompagnato da una sensazione di puntura in un punto preciso, tramite riposo, ghiaccio e terapie specifiche (Tecar od ultrasuoni) si può tornare all’attività fisica a basso regime nell’arco di 10 giorni o due settimane.
Fondamentale, al rientro dall’infortunio, il lavoro sullo stretching attivo in grado di riscaldare ed elasticizzare il muscolo cosi come, per i medesimi benefici, alcune sedute di massaggi mirati per far si che il rischio che il problema si ripresenti sia minimo.
Lo stiramento del polpaccio è una vera e propria lesione di più fibre muscolari (a differenza della semplice contrattura) che hanno subito un’elongazione oltre il limite a causa di sforzo eccessivo, movimenti bruschi o veri e propri traumi. Accompagnato da una sensazione di puntura in un punto preciso, tramite riposo, ghiaccio e terapie specifiche (Tecar od ultrasuoni) si può tornare all’attività fisica a basso regime nell’arco di 10 giorni o due settimane.Lo stiramento del polpaccio è una vera e propria lesione di più fibre muscolari (a differenza della semplice contrattura) che hanno subito un’elongazione oltre il limite a causa di sforzo eccessivo, movimenti bruschi o veri e propri traumi. Accompagnato da una sensazione di puntura in un punto preciso, tramite riposo, ghiaccio e terapie specifiche (Tecar od ultrasuoni) si può tornare all’attività fisica a basso regime nell’arco di 10 giorni o due settimane.




