Insulti e urla nello spogliatoio del Milan? Ecco la verità su cosa sta succedendo oltre i cancelli di Milanello.
Da settimane circolano voci su presunti attriti nello spogliatoio di Milanello. Il mood è cambiato – fin qui nulla di strano – ma cosa c’è di vero dentro le recenti rivelazioni del giornalista e CEO di Sportitalia Michele Criscitiello? Abbiamo indagato, cercato di capire meglio se qualcosa oltre i muri del centro sportivo del Milan si sia effettivamente rotto, irrimediabilmente.
Facciamo prima un passo indietro. L’indomani il 2-2 di Lecce, Criscitiello – presente allo stadio nello sky box di Sportitalia – aveva sganciato la bomba: «Sarebbe stato bello avere una telecamera nello spogliatoio a fine primo tempo. Si parla di urla, insulti e una dura presa di posizione del Mister». Insulti? Addirittura? Le facce dei giocatori all’uscita dal Via del Mare effettivamente erano più cupe del solito, ma solo per la prestazione sottotono della squadra e il bicchiere mezzo vuoto nonostante la rimonta (due punti persi per strada nella corsa al Napoli capolista in campionato).
Milan, alta tensione nello spogliatoio: cosa c’è di vero
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Il Milan è tornato a lavorare dopo la scoppola con l’Inter con la stessa determinazione di sempre. Il gruppo non è cambiato, ci sono meno sorrisi rispetto ai primi mesi della stagione – ed è normale dopo tre settimane senza vittorie – ma nulla sta minando l’equilibrio dello spogliatoio. Il Milan vuole uscire da questo momento compatto, e vuole farlo con i suoi uomini scudetto in prima linea. Insulti e urla? Nulla di più che normali discorsi accesi per spronare i giocatori in un momento di black-out (ci riferiamo all’intervallo di Lecce-Milan), ma sempre nel totale rispetto di tutti.
A Milanello c’è forte spirito collaborativo, anche Pioli ne ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Milan-Sassuolo: «All’interno del gruppo non è cambiato niente. C’è grande coesione e disponibilità, ci sono meno sorrisi e più silenzio, più attenzione al lavoro. Tutto funziona, è un gruppo molto consapevole, che sente il senso del dovere e ha rispetto nei confronti del club e dei tifosi».




