L’ex centrocampista del Milan, Massimo Ambrosini, a Milan TV ha ricordato le emozioni delle due sfide di Champions a San Siro contro l’Inter.
Il doppio derby tra Milan e Inter nel 2003, semifinale di Champions League che regalò al dream team di Ancelotti la finalissima dell’Old Trafford di Manchester contro la Juventus, rimarrà impresso nella storia come il più emozionante incrocio in campo tra rossoneri e nerazzurri. Ne è pienamente convinto Massimo Ambrosini, oggi commentatore televisivo ma diciannove anni fa protagonista di quel Milan poi laureatosi campione d’Europa per la sesta volta.
Ambro ha parlato dell’energia che circondava quelle lunghe settimane: «Non ci potrà mai essere un derby più importante di quello per la posta in palio, per il momento, per i giocatori e per cosa volesse dire – ha detto ai microfoni del club channel rossonero Milan TV, –. C’era un silenzio strano quando le squadre sono entrate in campo, c’era una tensione che non si poteva liberare».
Milan, le parole di Ambrosini sui derby di Champions del 2003
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«La prima partita è stata molto tesa, molto bloccata – ha raccontato Ambrosini –. Ma anche la seconda e secondo me, se Sheva non si inventa il gol, si va ancora in quella direzione lì, una specie di limbo da 180 minuti. Quando subentri è complicato, c’è una sorta di liberazione per chi entra, perché comunque a stare fuori vivi le tensioni in modo differente, non hai la possibilità di non pensare. Perché quando giochi a volte sei libero. Negli ultimi minuti la salivazione era tipo Fantozzi, azzerata. Siamo passati dal polpaccio di Abbia per arrivare in finale. Il fischio finale con tutta la squadra che parte è stata una liberazione».