Per il Milan di Pioli obiettivo raggiunto, resta il fatto che il campionato dei rossoneri, dati alla mano, rimane deludente, caratterizzato da più ombre che luci. Mondiale, infortuni, condizione fisica e mercato estivo (e invernale) nulli, le cause del crollo di gennaio.
Premessa intellettualmente doverosa: senza la penalizzazione di 10 punti inflitta alla Juventus, il Milan ora non sarebbe in Champions League. Ergo, se il campionato della Juve, alla luce dei punti conquistati sul campo, è considerato dagli addetti ai lavori negativo, il giudizio non può discostarsi di molto riferendoci al Milan. Certo, l’obiettivo stagionale (non) è stato raggiunto: la qualificazione in Champions, con tutti i benefici, economici e di immagine, che questa comporta. Resta il fatto che il campionato dei rossoneri, dati alla mano, rimane caratterizzato da più ombre che luci.
Milan, la Champions salva la stagione
Parliamo di campionato, perché quanto fatto di buono in Champions rimane: il fatto che il Milan sia tornato ad essere tra le prime quattro squadre in Europa è un traguardo che non può essere oscurato o minimizzato dal fatto che in semifinale sia stato eliminato dall’Inter (nettamente più forte e soprattutto più attrezzata). Certo, Pioli e giocatori avrebbero potuto evitare di compromettere la qualificazione nei primi 10′ della gara di andata, ma la superiorità dell’Inter nel computo delle due partite e dei quattro derby disputati nel 2023 è sotto gli occhi di tutti.
Milan, a San Siro contro la Roma gara spartiacque della stagione
Come sotto la lente di ingrandimento e soprattutto nella mente, devono rimanere certe, purtroppo non così isolate, prestazioni del Milan in campionato: oscene e deprimenti. La maggior parte concentrate nel mese di gennaio, l’ultima solo due settimane fa a La Spezia, che per intenderci, con l’esigenza di salvarsi a 180′ dal termine del campionato, ne ha presi ben quattro dal Torino. È doveroso constatare come il campionato del Milan debba essere diviso in due tronconi: a.Mil-Rom e d.Mil-Rom, prima e dopo la partita giocata a San Siro contro la Roma. Ricorderete, con i rossoneri avanti 2-0 e per 85′ in pieno controllo del match, che concessero solo nel finale la miseria di due calci da fermo nel giro di un paio di minuti, subendo la rimonta giallorossa e sciupando così due punti con il Napoli allora +5.
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Milan, il crollo di gennaio prevedibile e preventivabile
A dire il vero, un presagio, un assaggio di quanto avvenuto contro la Roma, lo riscontrammo quattro giorni prima, il 4 gennaio a Salerno alla ripresa del campionato. All’Arechi il Milan ripartì con il piede giusto, per mole di gioco e occasioni prodotte, che gli uomini di Pioli non concrettizarono, rischiando nel finale di essere raggiunti nuovamente sul 2-2. Comincia e prendere piede la cosiddetta “teoria del piano inclinato”, per un combinato disposto di fattori prevedibili e preventivabili. Perché di mezzo ci fu un mondiale, con i pezzi da novanta, Theo Hernandez e Giroud, impiegati fino alla tiratissima finale contro l’Argentina.
Milan, il problema infortuni
Subentrarono anche un numero industriale di infortuni muscolari di lunga durata culminati il 4 dicembre 2022, con l’inizio della preparazione post mondiale. A Maignan, Calabria, Ibrahimovic, Saelemaekers e Florenzi, si aggiunsero i vari: Messias, Origi, Krunic, Rebic, Kjaer, Theo Hernandez, Tomori, Dest e Bennacer. Lo scadimento complessivo fu in primis fisico, quello tecnico una logica conseguenza.
Milan, apporto del mercato pari a zero
A questo deficit avrebbe dovuto sopperire il mercato estivo, al netto di Kessié e Romagnoli non sostituiti, il cui deficit fu pari a zero, se non a -1. Basti pensare a Dest, Thiaw e Vranckx. Quest’ultimo autore, appena entrato, del fallo su Dybala che portò al pareggio della Roma. Ricorderete lo sfogo a fine partita di Calabria, chiaramente indirizzato al compagno. Proprio Calabria fu uno di quelli “spolpati” da Stefano Pioli per mancanza di alternative. Esemplificativa del suo stato di forma, e di quello di tutto il Milan, l’azione del 4-1 del Sassuolo, con Laurienté che sfuggì proprio a Calabria, che gli franò addosso in area causando il rigore.
Milan, i numeri di un gennaio da incubo
Mondiale, infortuni, condizione fisica e mercato estivo e invernale nulli, furono le cause di un gennaio da incubo per il Milan. Dopo Milan-Roma, il crollo del Milan fu verticale: 3-0 contro l’Inter in Supercoppa, 4-0 contro la Lazio, con il passivo che poteva essere tranquillamente peggiore, il 2-5 a San Siro contro il Sassuolo, per poi concludere la striscia horror il 5 febbraio nel derby forse più vergognoso della storia del Milan, concluso 1-0 per i nerazzurri, ma mai giocato dai rossoneri. Sta di fatto che il Milan subì ben diciotto gol nelle prime sette partite stagionali del 2023, stabilendo il record negativo fra le squadre dei cinque principali tornei europei.
Milan, per Pioli la coperta è corta
Poi ci fu un febbraio in ripresa, ma a quel punto subentrarono anche le serate europee, che certificarono come il Milan non fosse in grado di competere su entrambi i fronti. Cominciarono ad emergere evidenti problemi di coperta troppo corta e l’inevitabile turnover di Stefano Pioli, che confidava nell’aiuto di chi proveniva dalla panchina, Rebic, Origi e De Ketelaere su tutti. Ecco dunque il pareggio con la Salernitana a San Siro, il ko di Udine, altri pareggi contro Empoli e Bologna, una striscia di 5 partite con una sola vittoria. Due mesi dall’ultima a San Siro: datata 26 febbraio, 2 a 0 sull’Atalanta.
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Milan, obiettivo raggiunto, ma il campionato rimane deludente
Milan, con le “piccole” 29 punti persi
Un andamento assolutamente non accettabile per una squadra campione d’Italia, con lo scudetto cucito sul petto e che coltiva l’ambizione di arrivare tra le prime quattro della serie A . Il dato “inaccettabile” è relativo ai punti persi con le cosiddette “piccole”, frutto di un andamento altalenante condito da diverse strisce negative, come quella menzionata in precedenza: ben 29 punti persi, conseguenti dei 7 pareggi e 5 sconfitte. Due esempi su tutti, Sassuolo (1 pareggio e una sconfitta) contro cui il Milan ha perso 5 punti e i due pareggi con la Cremonese, che sono valsi altri 4 punti persi.
Milan, anche il gioco è involuto
Dulcis in fundo, non possiamo esimerci dal prendere in considerazione la qualità del gioco espresso. Anche sotto questo parametro, si registra un’involuzione, con il Milan di Pioli che se nella passata stagione ci aveva abituato a prestazioni brillanti sia sul piano del gioco che della corsa, quest’anno è apparso in più occasioni in affanno, prevedibile e con delle soluzioni di gioco abbastanza obbligate, vedasi le sgroppate di Leao, che garantiscono superiorità numerica e un minimo di imprevedibilità nelle proiezioni offensive.
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