Ancelotti sul terremoto di Casa Milan che ha portato all’allontanamento di Maldini, messaggio a Cardinale: «La storia aiuta a vincere».
La cara e vecchia riconoscenza. Sempre meno presente nel calcio moderno, terra di business e di conquiste di magnati e fondi stranieri. Carlo Ancelotti è uomo di un calcio d’altri tempi, più poetico certamente, se preferite più romantico, legato ai sentimenti prima di ogni altra cosa. Re Carlo, che al Milan ha vinto tutto, da calciatore prima, da allenatore poi, oggi scala le vette più alte, le vette di sempre dalla panchina del Real Madrid, uno dei club più titolati e longevi al mondo anche e soprattutto perché orgoglioso custode del suo passato.
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Milan, Carlo Ancelotti bacchetta Gerry Cardinale. Le parole
Il rispetto del passato
Dalle colonne de Il Giornale, il tecnico emiliano ha offerto la sua visione della vicenda Maldini e tutto quello che da ore sta ruotando attorno alla clamorosa “rivoluzione americana” del Milan: «Io a Madrid ho imparato che la storia di un club va rispettata sempre – ha detto l’ex allenatore rossonero, campione d’Europa nel 2003 e nel 2007, con Maldini e altre leggende rossonere in vetta al mondo nel 2008 –. Qui Di Stefano, Amancio, Gento, Puskas sono ancora valori esclusivi verso i quali si nutre riverenza».
Cardinale, senti Ancelotti: «La storia insegna a vincere»
«Per conservare la storia ai massimi livelli – ha aggiunto Ancelotti – , va tutelata la memoria del passato, quello che è successo con Maldini dimostra una mancanza di cultura storica, di rispetto della tradizione milanista. Se è vero che con la storia non si vince è anche vero che la storia insegna a vincere». Frase, quest’ultima, e concetto, che a Milanello conoscono tutti. Tranne, evidentemente, Gerry Cardinale.
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