Secondo il Codice Gerenzani il Milan di Sergio Conceiçao non può rinunciare a Fofana. E allora perché con il Como non ha giocato dall’inizio?
Altra serata da brivido a San Siro: ancora una volta il Milan è costretto a rincorrere arrancando contro un Como al solito brillante nel gioco e ben disposto in campo ma sprecone in attacco.
Dopo una iniziale palla goal colossale in contropiede, fallita da un Musah approssimativo ed arruffone, è stato tutto un monologo lariano, sfociato nel meritato vantaggio degli uomini di Mister Fabregas.
Ma perché quello schieramento di partenza deciso da Mister Conceiçao, con un pilastro come Fofana di nuovo in panchina? Al momento, tanto più contro un avversario come il Como di oggi, così manovriero e tecnico in mezzo al campo, i rossoneri sarebbero dovuti partire da subito con Bondo e Fofana nei due davanti alla difesa, con Rejinders dietro alla prima punta Gimenez.
Invece, si è assistito ad una scelta ingiustificabile ed incomprensibile da parte dell’allenatore portoghese, che ha, in questo modo, concesso troppo campo agli avversari, sempre padroni del gioco e pericolosissimi nelle transizioni veloci con palla a terra.
Solo due patate notevoli di Mike Maignan hanno evitato ai padroni di casa di andare negli spogliatoi all’intervallo con un passivo più ampio sulle spalle.
Fortunatamente, nella ripresa il Como è calato e Mister Conceicao ha corretto la squadra, finalmente più efficace ed incisiva, soprattutto nelle ripartenze micidiali, che hanno portato all’ennesima rimonta vittoriosa e clamorosa, rispetto al gioco espresso fino a quel punto.
Milan, i cambi nella ripresa di Sergio Conceiçao hanno cambiato la gara
Milan, Codice Gerenzani: scusi Sergio Conceiçao ma come si fa a rinunciare a Fofana?
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Il Como ha fatto la partita ma il Milan, con le sue grandi individualità, soprattutto, Rejinders, Pulisic ed Abraham, subentrato ad uno spento ma mai servito Gimenez, ha portato a casa i tre punti, dopo un finale molto nervoso, culminato nelle espulsioni del rientrante Dele Alli e dello stesso Mister Fabregas.
Ma il gioco latita sempre nel Milan: è una squadra che vive di nervi e di giocate di alcuni grandi interpreti, senza compattezza ed una buona organizzazione di gioco.
La difesa, spesso in affanno e troppo lenta in Gabbia e Thiaw, non è nemmeno adeguatamente protetta da un centrocampo mal congegnato ed in costante inferiorità numerica. Davanti i rossoneri vivono delle palle lanciate a Leao e degli spunti di classe di Pulisic, oltre che degli inserimenti da dietro di un Rejinders sempre più determinante.
Un Milan incostante ed imprevedibile, che, nonostante le ultime due vittorie, non può più realisticamente ambire ad un posto Champions ma, semmai, ad una qualificazione alla prossima Europa League, oltre alla possibile vittoria in Coppa Italia, in caso di eliminazione dell’Inter, tuttora superimpegnata in tre competizioni, nel derby di semifinale…