Ibra a tutto tondo ai microfoni di Milan TV: «Sono qua al Milan per dare tutto e per aiutare i miei compagni a migliorare».
Zlatan Ibrahimovic raggiungerà i compagni di squadra a Milanello in settimana per riprendere gli allenamenti e completare il recupero dall’infortunio al ginocchio. Il campione svedese partirà con il gruppo per Dubai, sede del ritiro invernale dei campioni d’Italia dal 10 al 20 dicembre, ma difficilmente sarà utilizzato da mister Pioli nei test amichevoli contro Arsenal e Liverpool.
Ieri Ibra è stato protagonista di un’intervista divulgata da Milan TV, club channel dei rossoneri. Ibra ha parlato della sua prima esperienza a Milanello: «Già in quell’epoca il Milan era incredibile, tutti volevano giocarci. Con tutti i grandi giocatori che c’erano e per tutto quello che vincevano. Il mio Ajax era una squadra di talenti, tanti ci rispettavano, poi molti di quella squadra hanno avuto successo. Sono felice ed orgoglioso di aver giocato con quei giocatori e anche nell’Ajax, che è una grande scuola di calcio».
A chi lo etichetta con un vecchietto vicino al viale del tramonto (calcistico), Zlatan risponde sempre nello stesso modo: «Io mi sento giovane. L’importante per me è vincere la partita, io faccio tutto per aiutare, se poi lo faccio da più vecchio va bene». E ancora: «Io sono uno che vuole aiutare in tutti i modi, non ho l’ego di voler fare tutto io. Sono qua al Milan per dare tutto, per aiutare i miei compagni a migliorare, avere successo e capire cosa facciamo: è un sacrificio, un lavoro e un impegno per vincere, non lo facciamo per perdere tempo. Quando fai assist è come aver fatto un gol».
Nei confronti dei più giovani dello spogliatoio, Ibrahimovic è un papà più che un fratello maggiore: «A loro chiedo sempre se davanti al portiere con un compagno segna o fa assist. Se mi dice la prima con me è difficile che giochi, perché l’assist vale come un gol, quella è la mentalità giusta. Ci sono poi dei giocatori che puntano solo al gol, ma per me così non godi uguale, non sei completo, sei più completo se porti un compagno al tuo livello».
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Ibra ha infine parlato del gol realizzato a San Siro contro la Lazio un anno fa, su assist di Rebic. La particolarità? In quel momento Zlatan aveva uno scarpino slacciato: «Ho smesso anche di allacciarmi la scarpa perché ho pensato che là stesse per arrivare una situazione in cui potevo fare gol, come attaccante ho deciso subito di correre verso la porta. In più conosco Ante e cosa è capace di fare, infatti mi ha dato un pallone perfetto. Un gol semplice ma che non lo è, perché parte dall’inizio, non dall’ultimo metro. Per un gol così serve un feeling, o ce l’hai o no, non si può creare o imparare. Per questo in una squadra si hanno 11 giocatori diversi in molte cose che vanno insieme».