Maignan si riprende il Milan, l’importanza del francese: anche quando l’avversario non lo impegna, il suo apporto è fondamentale.
Magic Mike è tornato. Dopo 161 giorni di stop, San Siro ha riabbracciato il portiere francese, uno degli eroi dell’ultimo scudetto. Un ritorno leggero il suo, come si augurava Stefano Pioli alla vigilia, ma di certo non scontato: l’Atalanta a gennaio tra campionato e Coppa Italia aveva firmato 22 gol (8 alla Salernitana, 5 allo Spezia, 3 alla Juventus…), ieri la squadra di Gasperini non ha mai impensierito la retroguardia rossonera. La difesa a tre del Diavolo è una diga, merito va dato però anche all’eccellente lavoro di Sandro Tonali e Rade Krunic sulla mediana.
Mike è più di un portiere: Milan, l’importanza di Maignan
Un nuovo inizio morbido per Maignan, spinto dai tifosi, euforici ad ogni sua presa. Tutto San Siro ha apprezzato anche le “passeggiate” del francese per il campo. Circola un video sui social (lo riproponiamo qui sotto), si vede il portiere ex Lille davanti alla panchina dell’Atalanta dare indicazioni ai compagni mentre la squadra è schiacciata in avanti. Non è certo una novità: Maignan non è solo un portiere reattivo e dalle qualità atletiche oltre la media, è un comunicatore, un direttore d’orchestra che conosce bene il ritmo e che sa leggere alla perfezione lo spartito all’interno del match. Ha coraggio Mike e tanta personalità. È un vero leader.
Milan, l’importanza di Maignan: in porta e a centrocampo, è due giocatori in uno
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La scorsa stagione una bella fetta di scudetto è arrivata grazie alle sue parate, un’altra fetta dalle sue indicazioni e dalle giocate offensive. Come dimenticarsi l’assist a Leao alla prima giornata a Marassi, esordio in rossonero per lui, e il pallone millimetrico a Calabria che il futuro capitano aveva poi ceduto a Brahim Diaz per il raddoppio.
Grazie Tata, ma con Mike è un’altra storia…
Con i piedi Mike fa quello che vuole. Anche ieri sera al Meazza ha messo in mostra tutta la sua precisione con lanci lunghi millimetrici a intercettare i compagni. Durante i mesi di assenza del francese, Ciprian Tatarusanu ha dato un contributo importante – spesso bersagliato ingiustamente dalle critiche -, Maignan però (anche il rumeno lo sa) è tutta un’altra cosa. È due giocatori in uno. Ecco, meglio di così è difficile spiegarlo.




