E voi sapete cos’è l’hackaton del Manchester City? Nel 2016, la squadra inglese ha lanciato per la prima volta la più grande gara di lavoro della storia del calcio europeo basata sui dati in campo della squadra di Guardiola. A vincere la competizione è stato Mario Savo (con il suo team), match analyst e oggi presidente dell’AIAPC, l’associazione degli analisti di performance calcistici italiani. L’analista, tra le altre, ex di Pisa, Latina, Manchester City e Al Faisaly FC in Arabia, è intervenuto ai nostri microfoni per commentare il ruolo del match analyst in Italia e il momento del Milan attuale, tra vittoria con il PSG, sistemi e Loftus-Cheek. Di seguito, le sue dichiarazioni.
Ma cos’è un match analyst? La domanda non è banale, e a risponderci è proprio Savo: «Il match Analyst è un consulente all’interno dello staff tecnico. Un operatore delle informazioni. Una sorta di ufficio d’intelligence, che raccoglie più informazioni possibili e ti dà informazioni per prendere decisioni, minimizzando l’errore. Di Match Analysis nel Milan si occupano in 2: Luciano Vulcano e Gianmarco Pioli. Loro e il resto dello staff stanno facendo molto bene, hanno portato il club anche oltre le proprie potenzialità».
«Il calcio è un sistema, una rete complessa. La squadra è data da elementi che interagiscono tra loro», prosegue Savo. Ed è proprio su Loftus-Cheek, elemento fondamentale e “vero punto di forza del Milan”, che si concentra il match analyst: «Ruben è un hub.. Riesce a collegare la squadra nelle fasi di gioco: possesso e non possesso. Il calcio è un gioco che si gioca senza palla. Quasi l’80% dei minuti ogni giocatore lo passa senza il pallone tra i piedi. La variabile è questa, fondamentale. Più giocate libere ho, più dubbi installo nel mio avversario. Loftus-Cheek lega la squadra. Dal punto di vista tecnico e atletico è pazzesco, e dal punto di vista tattico ha una visione e un senso del posizionamento impressionante. Sa perfettamente dove indirizzare il pallone. È alla base del grande gioco del Milan».
E il gioco del Milan è proprio questo. Un sistema: «Il calcio di Pioli è molto sistemico. Raggiungi il risultato se la squadra gioca bene a calcio. La prestazione del collettivo influenza quella del singolo giocatore. Ricordiamo che una buona prestazione non sempre coincide con un buon risultato. Sono due linee parallele. Il calcio di Pioli è simile al Sarrismo. E come si allena il sistema del Milan? Con delle esercitazioni tattiche, dove tu provi e riprovi una serie di situazioni. I giocatori rossoneri sono giocatori pensanti, è questo non è affatto scontato».
Proseguendo, il presidente dell’AIAPC ha parlato del ruolo che gioca Leao all’interno della rosa del Milan: «Tecnicamente è importantissimo, ma se vogliamo è sostituibile. Se al posto di Leao metto Kvaratskhelia, lo sostituisco abbastanza bene. Loftus, invece, è sempre al centro del gioco. E’ un playmaker moderno. Si abbassa a prendere il pallone, lo vuole sempre tra i piedi, oppure si butta nello spazio. È un giocatore funzionale. Muta continuamente a seconda delle situazioni che deve risolvere».
Il calcio sistemico di Stefano Pioli passa anche dal ruolo strategico che hanno i terzini e Maignan quando giocano i rossoneri: «Calabria sulla carta fa il terzino, ma in determinate situazioni il Milan costruisce 1+2+3. Maignan è fondamentale. I terzini vengono entro al campo. Da una parte hai Theo, che il Milan cerca di lasciare libero di attaccare sempre. Pioli questo metodo di gioco lo fa interpretare al meglio alla sua squadra. È uno dei primi a fare questo in Italia: Theo va dentro al campo, attaccando spesso tra il difensore centrale e il terzino avversario: in questo modo destruttura il sistema tattico avversario, crea dubbi nelle uscite difensive avversarie. I giocatori se educati possono fare tutto».
Mario Savo ha poi voluto analizzare la recente sfida con il PSG: «Giocavano con lo stesso modulo, ma non era sempre una marcatura a uomo. I giocatori in campo si muovono, sono come dei network dinamici. Sono legami flessibili. Il modulo conta poco. Contano le relazioni spaziali che hai nel campo. Pioli dal punto di vista tattico e comunicativo è molto bravo. Il Milan non è in crisi, ma è sicuramente in una fase calante del ciclo dell’allenatore. E’ una grande squadra che sa giocare a calcio, e ce lo ha dimostrato anche contro i francesi in Champions League».
Il Milan sta vivendo una vera e propria emergenza infortuni. Ma il gioco di Pioli non c’entra: «Il gioco rossonero non influisce sugli infortuni. Molti di questi sono muscolari, il problema è da guardare altrove. Il tipo di gioco corale del Milan può influire solo sulla stanchezza mentale della squadra, ma non su quella fisica. I giocatori sono sempre connessi per 90′ con tutta la catena, si muove bene in campo a livello collettivo e una squadra che è sempre posizionata bene corre anche di meno».
Un sistema, quello del Milan, che ha visto cambiare tanti interpreti nel corso dell’ultima sessione di calciomercato. E su questo è stato bravo Pioli a non destrutturare la catena rossonera: «L’allenatore è un venditore. Deve convincerti che il tuo prodotto, il tuo gioco, è il migliore. A Pioli viene meglio, perché esce da uno scudetto vinto ed è per questo maggiornemnte crredibile rispetto a un allenatore che deve partire da zero. Pioli ha avuto i giocatori che voleva».
In conclusione, Mario Savo ha analizzato il prossimo avversario del Milan: «Il Lecce può mettere in difficoltà chiunque. E’ una squadra allenata da un buon allenatore che lavora sul collettivo e supera il limite dei singoli. Il collettivo può mettere in difficoltà il Milan. Alla base del lavoro dello staff giallorosso c’è la previsione della squadra avversaria».
Si ringrazia per la disponibilità l’AIAPC, l’associazione degli analisti di performance calcistici (www.assoanalisti.it) che abilita in Italia i Match Analyst che poi si tesserano nei club, attraverso un corso dedicato accessibile a tutti: https://www.