Stefano Pioli a ruota libera: il Mondiale, il percorso con il Milan, la rincorsa al Napoli… Il tecnico è stato ospite nel salotto di Sky Calcio Club.
Ospite a Sky Calcio Club, Stefano Pioli ha analizzato molti temi legati a casa Milan. Il tecnico rossonero però ha parlato anche di Mondiale: «Ho dato a tutti i nazionali una regola, quella di chiamarmi alla fine delle partite per dirmi come stanno…».
Come Leao, ad esempio. Si parte da lui: «È contento perché il Portogallo sta facendo bene, ma nel reparto offensivo quella nazionale ha grande qualità e concorrenza. Lui ha una tecnica abbinata alla velocità che pochi giocatori possono vantare, ma ha dovuto rapportarsi a una realtà come il Milan, con tutto il rispetto per il Lilla da cui proveniva. Deve ancora fare un salto per diventare un campione, può essere più decisivo nell’area avversaria ed entrarci con più determinazione, ma è uno che può fare tutto. È molto intelligente e disponibile, sono sicuro che arriverà ancora più lontano. Gli serve libertà di movimento, ma voglio che chiuda di più sul secondo palo, glielo dico sempre. Il suo futuro? Sta parlando con la dirigenza, ma Rafa di sicuro sta bene con noi e io gli voglio bene, credo che il suo percorso non sia finito con noi».
Ai Quarti di finale sarà protagonista anche Olivier Giroud con la sua Francia: «Credo che stia attraversando un momento psicofisico ottimale. E si sta dimostrando un grande giocatore, ha sempre inciso molto, non solo nei gol. Mette grande generosità quotidianamente, è determinato e ha tutte le caratteristiche importanti per essere un leader». A chi sostiene che, nell’ottica scudetto, sia meglio che i nazionali ritornino prima dal Qatar, Pioli risponde: «Credo sia molto più facile allenare giocatori soddisfatti che rimotivarli. Kjaer? Non è tornato felice, la Danimarca affrontava per la prima volta il Mondiale con delle aspettative superiori».
Pioli al Milan si sente più che mai a casa, il tecnico è molto orgoglioso per quanto costruito fin qui: «Ho avuto tutto il sostegno da parte dell’area tecnica. Ma anche da Gazidis, si è sempre comportato in modo corretto: a Milanello ci disse che tutti eravamo sotto esame. La sconfitta per 5-0 con l’Atalanta è stata la partita che ha dato il là alla costruzione del Milan. Servivano altri tipi di giocatori per fare il nostro calcio: nuove caratteristiche mentali, fisiche e di talento. Durante il lockdown abbiamo dato dieci giorni di riposo ai giocatori e poi siamo tornati ad allenarci su Zoom. A Milanello qualcosa era cambiato, non so che cosa. Siamo ripartiti e poi abbiamo fatto bene».
E ancora: «Il confronto con Maldini e Massara mi ha dato più forza nel lavoro. Paolo non è lì per gli allenamenti è lì per rapportarsi con tutti, è una figura centrale. Parliamo di una persona con un livello di conoscenza e con un DNA incredibili. Lui e Massara volevano investire su giocatori con costi sostenibili per una società che voleva portare avanti un certo tipo di percorso. Che in genere non dà risultati immediati, ma noi siamo stati bravi ad anticipare queste tempistiche».
Il 2023 restituirà a Stefano Pioli un giocatore in più, Zlatan Ibrahimovic: «È stato un elemento determinante. È arrivato in un gruppo così giovane, e per la prima volta in una squadra non vincente e con giocatori non simili a lui, ha capito una realtà diversa. La sua mentalità e la sua determinazione hanno alzato il livello della squadra. Se c’era Zlatan in allenamento, c’era un certo livello. Ma anche Kjaer, Giroud, Maignan. Abbiamo quattro-cinque giocatori leader che fanno da traino al gruppo. Ibra tornerà a lavorare con noi tra fine dicembre e inizio gennaio, sta facendo di tutto per recuperare».
Sarà l’anno anche dei nuovi arrivati, di chi deve ancora dimostrare in campo tutto il suo valore come De Ketelaere, Thiaw e Vranckx: «Sono ragazzi arrivati tre mesi fa, in un anno complicato, in cui siamo riusciti ad allenarci poco e abbiamo giocato tanto. In così poco tempo è impossibile comprendere appieno un altro calcio, nel Bruges Charles spesso giocava senza rendersi conto della posizione e della collaborazione che può avere coi compagni… gli serve solo tempo. Anche Leao e Tonali, dopo il primo anno di Milan, avevano ancora tante nozioni da sviluppare, ma l’estate successiva ho trovato due giocatori diversi, più pronti».
Milan, Pioli: «Leao sta bene con noi. Scudetto? È ancora lunga»
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Tra un mese riparte la corsa scudetto, Pioli è fiducioso: «Il Napoli ha qualità in tutti i giocatori ed è allenato da un grande allenatore, anche se nella partita contro di loro non abbiamo meritato di perdere. Viste le partenze di Koulibaly, Mertens, Fabian Ruiz e Insigne, non pensavo che potessero andare subito così bene, invece hanno vinto praticamente tutti gli scontri diretti. Ma il campionato è lungo, abbiamo ancora 69 punti a disposizione. La Juve è tornata sotto? Mi stupiva il contrario. E credo che in generale il livello del calcio italiano si stia alzando, stiamo facendo meglio in Europa e le big di Serie A faticano molto anche contro le squadre di media e bassa classifica».
Nel mirino il Milan vede la seconda stella, il ventesimo scudetto della sua storia: «L’obiettivo, quello che dico sempre alla squadra, è vincere qualcosa. Il Milan deve vincere, siamo in corsa su quattro fronti, ormai dobbiamo ragionare così. In Champions però affronteremo Conte, un allenatore con cui è difficilissimo giocare, perché è super preparato. Ho sempre faticato contro le sue squadre, come mi è capitato contro il Porto di Conceicao. Il Tottenham davanti ha Son, Kane, Kulusevski, Richarlison, è fortissimo, ma ce la giocheremo».