Milan, Tonali in esclusiva sulla Gazzetta dello Sport: «L’obiettivo è provare a vincerle tutte, abbiamo le qualità per farlo. E su Leao…»
Perché non crederci, qualcosa lo vieta? Sandro Tonali, Milan nel destino e tanta voglia di continuare a vincere: «Mi chiedo semmai il contrario: perché non dovremmo farlo (non dovremmo crederci, ndr)». L’oggetto dei desideri è lo scudetto della seconda stella. Sandro ne ha parlato in una lunga intervista esclusiva alla Gazzetta dello Sport: «Siamo fiduciosi per due motivi. Primo, perché non si sono ancora giocate oltre la metà delle partite, ci sono tantissimi punti a disposizione. Secondo, perché questo Milan è davvero forte».
Il Milan non sarà forte più dell’anno scorso ma di certo ha «più esperienza. È vero che abbiamo lasciato punti per strada – spiega Tonali –, ci sono state partite di cui non siamo pienamente soddisfatti. Ed è un errore che non vogliamo ripetere. L’obiettivo è provare a vincerle tutte, abbiamo le qualità per farlo. Quale segreto oltre alle qualità? Restando uniti. Così abbiamo vinto lo scudetto della scorsa stagione, tutti, da noi giocatori a chi lavorava negli uffici di Casa Milan, hanno remato nella stessa direzione».
Il 4 gennaio si riparte: «Oggi stiamo bene, siamo quasi rientrati tutti a disposizione. C’è uno spirito Milan che può essere contagioso: io almeno lo sento, lo avverto. E come funziona con me, credo funzioni per tutti. Con gli altri rientri dei nazionali e i recuperi dagli infortuni saremo ancora più competitivi. Ibrahimovic sarà il valore aggiunto quando sarà pronto per tornare, è il solito campione. Ma abbiamo tanti giocatori di alto livello: chiunque abbia la palla, ti fa sentire in mani sicure».
Tonali, Milan squadra unita ma con le individualità non si va troppo lontano: «Io da solo non faccio niente, sono parte di un gruppo. L’unico sistema per vincere di nuovo è pensare da squadra. Oggi lo sappiamo bene: conosciamo la differenza tra arrivare primi e secondi. Ecco, fa tutta la differenza del mondo. E noi vogliamo provare a rivivere quello che abbiamo vissuto la scorsa stagione».
L’apporto di Pioli la passata stagione è stato fondamentale per raggiungere il titolo: «Parla tantissimo con noi, ci dà consigli e suggerimenti. L’ultimo è di due giorni fa, ma non posso svelare cosa mi ha detto… Pioli è il nostro trascinatore, ci aiuta, tenta in ogni modo di tirare fuori da ognuno di noi il minimo dettaglio che può fare la differenza. È la persona che più di ogni altra ci dà equilibrio, fuori e dentro il campo».
Milan, Tonali: «CDK? Giocando, acquisterà sempre maggiore fiducia»
Gli chiedono se riuscirà Pioli a tirare fuori le qualità di De Ketelaere, sottotono fin qui: «Parlo perché una situazione simile l’ho vissuta in prima persona – risponde Tonali –. Per me è stato quasi più semplice perché quando ho iniziato a giocare con più continuità gli stadi erano chiusi e senza pubblico: potevo permettermi uno sbaglio o una giocata in più, avevo meno pressioni. Charles è molto forte, va soltanto aspettato, è giovane e arriva da un altro campionato. Come è successo a me, quando inizierà a giocare di più acquisterà sempre maggiore fiducia: ora è tutta una questione mentale. Ma, ripeto, il tempo è dalla sua parte».
Risposte sono attese anche dagli altri giovani sbarcati a Milanello in estate: «Tutti hanno avuto un impatto positivo, sembrano qui da 3-4 stagioni. Il fatto di essere un gruppo giovane li aiuta, e loro si sono fatti aiutare. Siamo davvero molto ‘squadra’: se qualcosa non va per uno, non va per tutti. Non esiste un momento no per un giocatore, specie per loro. Il momento no è di tutti o di nessuno. E se merito io, è merito della squadra».
Le malelingue dicono che Tonali (Milan nel cuore prima di tutto) non “ami” giocare al fianco di Bennacer, ma non è così. Sandro ne parla benissimo: «Ismael è fondamentale per noi, non ho altri aggettivi. Lo trovi ovunque, corre per tutti e in più alza il livello qualitativo delle giocate. Io per primo mi sento agevolato se lo vedo al mio fianco, mi rende tutto più facile. Mi auguro con tutto il bene del mondo che resti. Lo sa meglio di me perché è arrivato prima: sa cosa significa giocare per il Milan e farlo a San Siro. Conosce il percorso che è stato fatto e quello che potremmo ancora fare in futuro, insieme».
Anche Leao è elemento centrare al progetto tecnico di Pioli: «Ha caratteristiche e un ruolo diverso, ma è certamente un fenomeno. La sua storia è un po’ come la mia: ora deciderà lui cosa fare. Posso solo dire che la sta vivendo serenamente. Non entro nella sua testa, non oriento le sue scelte: lui sa qual è la cosa migliore da fare. Prenda la decisione migliore per lui prima che per noi».
Milan, Tonali: «Resto qui per il resto della mia storia»
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Sandro non ha dubbi, è stato milanista ieri, è milanista oggi e sarà milanista domani: «Certamente voglio rimanere il più a lungo possibile. Se me lo chiedete oggi dico anche per tutto il resto della mia storia. Ma per lanciarsi in promesse del genere è troppo presto, nella nostra carriera non conta solo la voglia, incidono tanti altri fattori: la salute, gli infortuni, la famiglia. È impossibile fare previsioni così a lungo termine. Se prevedo di diventare il centrocampista italiano più forte in circolazione? Domanda difficile… Non lo direi mai. Il livello dei centrocampisti da noi è alto. Oggi Barella e Jorginho sono più avanti di me, hanno maggiore esperienza. In generale l’Inter ha una mediana di altissimo livello, la Juve anche. Il Milan, pure. E noi vogliamo migliorarci ancora».
Grandi nomi, grande qualità, ma intanto l’Italia il Mondiale lo sta guardando dal divano di casa… «C’è ancora grande delusione, fortunatamente per noi in Qatar sta per finire. Fa male essere rimasti fuori per la seconda volta consecutiva, siamo l’Italia. Abbiamo una squadra che certamente è all’altezza di un Mondiale. Daremo il 101% per la Nazionale».
In futuro c’è spazio per conquistare altri trofei e magari tatuarsi altri traguardi sulla pelle (sopo lo scudetto): «Sono ancora abbastanza ‘bianco’. C’è spazio e voglio riempirlo, voglio vincere. L’ho scritto anche in una letterina a Santa Lucia, come quando ero bambino (ride). Magari stavolta sono i miei compagni che mi permettono di esaudire i miei desideri. È vero che ora gli avversari ci affrontano con il doppio della voglia per provare a battere i campioni. Ma per noi vale lo stesso: abbiamo lo scudetto cucito sul petto e più voglia di prima di vincere».