Gigio Donnarumma e Sandro Tonali, apparentemente così simili sia per la giovane età e sia per aver militato entrambi tra le file rossonere. Eppure anche così diversi, agli antipodi direi. Il portierone azzurro, lanciato in prima squadra con coraggio a soli 17 anni da Sinisa Mihajlovic, ha da subito acceso i cuori dei tifosi rossoneri. Le sue prestazioni, in crescendo, avevano fin da subito scomodato paragoni illustri per lui. Una carriera in ascesa, un giovane talento che cresceva in quel di Milano, cresciuto nel Milan e tifoso rossonero. La più belle delle favole è stata però bruscamente interrotta da un addio duro da digerire. Prima il rinnovo, milionario, poi la beffa per il Milan di perderlo a parametro zero dopo averlo introdotto nel calcio che conta.
Le dinamiche dell’addio non sono state digerite dai tifosi rossoneri che in tutto ciò hanno individuato la prova del tradimento. I tifosi del Milan sono passionali, di cuore e non dimenticano. Più volte infatti il portiere della nazionale è stato sobillato di fischi a San Siro, divenuta ormai la sua ex casa. Ultima in ordine di tempo i fischi unanimi nei suoi confronti durante la gara casalinga della nazionale contro l’Ucraina. Fischi che a molti non sono piaciuti e che altri giustificano in virtù del “tradimento” che lo ha allontanato dal Milan. Ben altra storia quella di Tonali, applaudito e sostenuto come fosse ancora un giocatore in maglia rossonera. Ben diversa la sua avventura al Milan culminata con uno scudetto incredibile ed una semifinale di Champions. Tutto decisamente diverso rispetto a Donnarumma.
La dura legge di San Siro: fischi per Donnarumma e applausi per Tonali
Milan, Donnarumma fischiato e Tonali osannato
L’ex numero otto rossonero non hai mai voltato le spalle al Milan, mai. Anche le dinamiche della cessione sono ben diverse. Se Donnarumma non ha portato in dote nemmeno un euro, il centrocampista azzurro, al contrario, una cifra da capogiro. Differenze che spiegano tanto ma non tutto. Tonali è stato amato e idolatrato dai tifosi perché considerato un “figlio del Milan”. E’ amato anche oggi, da avversario, perché mai ha disconosciuto con un gesto o una parola la propria fede, il proprio amore viscerale per quei colori difesi con orgoglio, anche decurtandosi lo stipendio, per tre anni. Decurtandosi lo stipendio appunto, notevole differenza rispetto a Donnarumma che aveva solo l’anno precedente all’addio firmato un ricchissimo contratto con la dirigenza rossonera. Anche nella partita di ieri, c‘è stato un momento in cui tutti hanno avuto sensazione fosse ancora un giocatore del Milan.
San Siro è uno stadio assolutamente meritocratico, offre rispetto a chi sente che tale rispetto è ricambiato. Non conosce eccezioni di sorta, nessuno escluso. Ama come nessuno ed “odia” in ugual misura. La differenza tra Tonali e Donnarumma è tutta riassunta in queste parole. I tifosi possono accettare qualsiasi decisione di mercato, soprattutto in questo momento storico dove circolano cifre fuori controllo, ma pretendono rispetto. Non è il fatto in se ma la modalità. Come direbbe Galliani che parafrasando una nota canzone di Antonello Venditti diceva che certi amori facciano giri immensi per poi tornare, per Tonali la porta di casa sarà sempre aperta e San Siro lo ha fatto capire bene.




