Pioli in conferenza stampo ieri parlava dell’utilizzo di Reijnders anche in una posizione diversa da quella di mezzala: davanti alla difesa al posto di Krunic da mediano basso. Un’idea che sui social già circola da un po’ e sostenuta da diversi tifosi rossoneri. Resta da capire se anche in una posizione più arretrata il giocatore olandese, ormai giocatore a cui nessuno può fare a meno, riuscirebbe ad essere “power” così come lo abbiamo apprezzato nelle prime partite. Contro il Verona intanto dovrebbe scendere in mediana in coppia con Krunic davanti alla difesa, con Musah e Florenzi esterni di centrocampo. Prima volta in stagione in cui lo vedremo con una linea a quattro, avendo quindi anche un metraggio di campo più corto in cui agire ed essere ugualmente determinante. Reijnders è un giocatore capace in modo formidabile di attaccare lo spazio che ha davanti tenendo la testa alta.
Quest’ultima è la caratteristica prima dei campioni, di chi disegna calcio con geometrie rapide, fluide e visionarie per gli avversari. Il suo palleggio è elegante, fine e la sua corsa regale a grandi falcate. Riesce con facilità chirurgica a tagliare il campo con verticalizzazioni e filtranti di pregevole fattura. Anticipare le sue mosse è cosa assai ardua per i suoi marcatori. L’olandese nel ruolo di mediano più arretrato perderebbe un po’ la possibilità di esprimersi in questo modo, avendo più metri di campo prima di raggiungere la trequarti avversaria. Il motivo per cui Pioli lo vede anche in questa posizione è da ricercarsi nel bisogno di avere, soprattutto in certe partite bloccate, un palleggio che parta dal basso a grande coefficiente qualitativo. Spostare in pratica il fulcro del gioco qualche metro indietro per attirare l’avversario a salire per intercettare l’avvio di manovra, e puntare poi sul dinamismo e la fisicità in mezzo al campo per sfondare le linee nemiche.
Milan-Verona, a “power” Reijnders le chiavi della regia
Serie A, Milan-Verona: Tajjani Reijnders nelle terre di mezzo
Ciò permetterebbe alle due ali di spinta di sprigionare la loro velocità nell’uno contro uno. Creare superiorità numerica e conseguenti azioni pericolose. Arrivare sul fondo o accentrarsi e dialogare al meglio con la punta centrale. Il suo utilizzo in un linea a quattro è una sorta di ibrido di quanto dicevamo, lascia molto libertà di interpretazione a Reijnders di leggere la partita e i momenti. Potremo vederlo sia basso impostare e sia sganciarsi con autorità avendo le spalle da Krunic in mediana bassa ed uno dei esterni in diagonale preventiva. Le qualità balistiche di Reijnders sono evidenti, il suo bagaglio tecnico gli permetterebbe di giocare in qualunque zona del centrocampo. Un giocatore del suo calibro ha l’intelligenza calcistica necessaria per tararsi in ogni contesto del campo.
La soluzione al posto di Krunic o al suo fianco è indubbiamente interessante. Può sparigliare le carte. E’ un valore aggiunto notevole. L’attitudine di Reijnders a usare molto la testa può favorirlo a interpretare ruoli diversi. L’ha già fatto, può farlo. I compagni di squadra di Reijnders, giocando con l’assonanza del suo cognome con un noto supereroe, lo hanno soprannominato Power Reijnders. Fantastico. Siamo sicuri che mai tale soprannome sia stato più azzeccato. Come l’eroe dei cartoni animanti l’asso olandese potrà trasformarsi a seconda delle necessità della squadra. Ed essere assoluto protagonista.