Pierino Prati, dopo essere cresciuto nel settore giovanile rossonero, fu il bomber del Milan dal 1967 al 1973, cioè negli anni.della seconda esperienza di Nereo Rocco sulla panchina rossonera. In questo periodo fece incetta di trofei con uno Scudetto, due Coppe Italia, due Coppe delle Coppe, una Coppa dei Campioni e una Coppa.Intercontinentale, e chiuse la sua esperienza a Milano con una media di poco più di un gol ogni due partite: precisamente 72 in 141 partite. Venduto a causa di alcuni problemi fisici, la “peste” giocò altri otto anni, prima di intraprendere il percorso da allenatore nel 1984. Deceduto il 22 giugno 2020, rimarrà per sempre nella storia del Milan e del calcio. È infatti uno dei soli tre giocatori, assieme ai madridisti Ferenc Puskas e Alfredo Di Stefano, capaci di segnare tre gol o più in una finale di Coppa dei campioni o Champions League. Dopo Prati, si sono invece solo avvicinati a loro, fermandosi a.due marcature, Karlheinz Riedle con il Borussia Dortmund nel 1997, Diego Milito con l’Inter nel 2010 e i milanisti Daniele Massaro.nel 1994, Hernan Crespo nella sciagurata finale del 2005 e Filippo Inzaghi nella vendetta del Diavolo contro il Liverpool del 2007.
Amarcord
Nella stagione 1968-1969 il Milan riuscì a trionfare nella massima competizione europea, la Coppa dei Campioni, per la seconda volta. Dopo aver superato con non poca fatica il Malmö, il Celtic e il Manchester United, in finale i rossoneri si trovarono di fronte l’Ajax di Johan Cruijff. Il match venne disputato allo stadio Santiago Bernabeu di Madrid ed ebbe un’unica direzione grazie al bomber milanista Pierino Prati. Dopo solo un minuto infatti prese un palo, ma si rifece pochi minuti dopo siglando la rete dell’1-0. E fu solo l’inizio di una gara storica: al termine della partita il tabellino recitava 4-1 in favore del Milan con ben tre gol della “peste” Pierino Prati.
Tempo dopo lo stesso Prati sottolineò in un’intervista la magia di quella serata e i suoi pensieri precedenti al secondo gol, realizzato da fuori area: «I miei tre gol li ho realizzati nel riscaldamento! Appena entrati in campo, ci danno i palloni da provare. Effettuo qualche palleggio, poi provo a calciare verso la porta da grande distanza. Mi accorgo che senza grande sforzo mi partono dei tiri violenti e mi dico che dovrò provarci anche da lontano. Nel primo tempo intuisco che Rivera vuole darmi il pallone di tacco al limite dell’area. Qualche secondo prima dell’impatto riesco a ricordare le sensazioni positive del riscaldamento e vado deciso a colpire la sfera, che acquista velocità e potenza, superando il portiere olandese. Comincia così la serata più bella della mia vita!».




